Storia, teologia e tradizioni del dogma dell’Immacolata Concezione
di Guido Verna
Quando ero bambino, nel paese d’Abruzzo in cui sono cresciuto, che aveva fatto parte del Regno di Napoli e poi del Regno delle Due Sicilie, aspettavamo con impazienza la “festa della Concetta” — si chiamava così, affettuosamente, l’Immacolata Concezione — non solo perché c’era una grande fiera con tante bancarelle — a quel tempo non c’erano i supermercati né tantomeno Amazon —, ma anche perché cominciava il clima natalizio, le uscite per giocare a sette e mezzo o a “mazzetti”, le “ferratelle” e i torroncini Nurzia. Insomma, per noi era una festa grande.
Ma, per un fortunato caso, ho scoperto che c’è un ulteriore motivo del perché al mio paese piacesse tanto la Concetta.
Il riferimento al Regno di Napoli e delle Due Sicilie non è stato casuale: la data che fu scelta per la fusione dei due Regni fu proprio l’8 dicembre (1816), la festa della Concetta! E quando si trattò di scegliere chi dovesse essere il patrono del Regno, fu scelta proprio Lei, l’Immacolata Concezione![1]
Per di più, Papa Pio IX [Giovanni Maria Mastai Ferretti, (1792-1846/1878)]— in seguito all’assassinio per accoltellamento del suo ministro di Polizia e delle Finanze Pellegrino Rossi (1787-1848), sotto le minacce dei rivoluzionari, capeggiati da Ciceruacchio [pseudonimo di Angelo Brunetti (1800-1849)]—il 24 novembre 1848 si rifugiò a Gaeta, nel Regno delle Due Sicilie, il cui re era Ferdinando II di Borbone, un suddito fedele.
Il Papa vi rimase quasi un anno e mezzo, fino all’aprile 1850, quando decise di rientrare.
Ebbene, durante il suo esilio a Gaeta aveva fatto un voto in una cappella dedicata all’Immacolata: qualora avesse avuto la grazia del ritorno a Roma, avrebbe impegnato tutto sé stesso nella proclamazione del grande dogma mariano. Istituì, allora, una commissione di teologi presieduta dal card. Fornari: 17 su 20 si espressero in modo favorevole a definire subito il dogma dell’Immacolata Concezione.
Non contento, chiese anche il parere «a tutti i Venerabili Fratelli Patriarchi, Primati, Arcivescovi e Vescovi dell’orbe cattolico», indirizzando loro da Gaeta l’enciclica Ubi primum[2]. 546 su 603 vescovi si espressero in modo favorevole a definire subito il dogma dell’Immacolata Concezione.
«Si racconta che, rifugiato a Gaeta, il Papa contemplasse un giorno le onde agitate del Mediterraneo, pensando alla tempesta che proprio in quei giorni aveva investito con tanta violenza la barca di Pietro. Accanto a lui era il cardinale Lambruschini, […], che così si rivolse al Pontefice: “Beatissimo Padre, Voi non potrete guarire il mondo che col proclamare il dogma dell‘lmmacolata Concezione. Solo questa definizione dogmatica potrà ristabilire il senso delle verità cristiane e ritrarre le intelligenze dalle vie del naturalismo in cui si smarriscono”. Pio IX tacque, ma si dice che queste parole lasciarono una grande impressione nel suo cuore»[3].
Nell’enciclica citata, il Pontefice motivò la richiesta in quel momento di pericolo per lui e per la Chiesa: si rivolse, pertanto, alla Madonna: «Voglia Ella anche ai nostri giorni, […]con il suo patrocinio sempre efficace e potentissimo presso Dio, allontanare le presenti tristissime vicende piene di lutti, le gravissime tribolazioni, le angustie, le difficoltà e i flagelli della collera divina, che ci affliggono per i nostri peccati; voglia […] cambiare così in gioia la Nostra amarezza»[4].
Il Papa decise di rientrare a Roma nell’aprile 1850: l’esilio volontario a Gaeta era durato quasi un anno e mezzo.
Quattro anni dopo, l’8 dicembre del 1854, emanò la Costituzione Apostolica Ineffabilis Deus, dando un valore canonico finalmente fondato ad una tradizione cristiana che, fin dal II secolo, aveva considerato Maria santa in modo speciale ed esente da ogni peccato.
Tre anni dopo, l’8 dicembre 1857, inaugurò e benedisse la colonna di piazza di Spagna, a Roma, il monumento a Lei dedicato: «All’inaugurazione e consacrazione della colonna intervenne […] [anche] l’ambasciatore di Spagna — in alta uniforme e in segno di continuità con la dinastia dei Borbone — […] insieme a tutti i funzionari dell’ambasciata»[5].
Dopo la proclamazione del dogma, il re Ferdinando II sentì il dovere di ringraziare, facendo recitare un Te Deum. Ma questo dovere dovette sentirlo a lungo — almeno tre anni! —, se decise di accollarsi integralmente le spese per il monumento romano…
Insieme all’amore del regno verso la Concetta, ho scoperto anche tanti altri fatti e personaggi straordinari.
A cominciare dall’altra colonna dell’Immacolata — e più vecchia di un secolo di quella di Roma! —che c’è a Napoli, in piazza del Gesù Nuovo,il cui rituale della festa è analogo a quello, più noto, romano: «Ogni anno la città di Napoli, [con il suo sindaco] rende omaggio alla Vergine Maria con l’offerta di un fascio di rose alla statua posta sulla sommità della guglia di piazza del Gesù. È un rituale consolidato che si ripete ogni 8 dicembre»[6].
La colonna di Napoli «deve la sua realizzazione all’opera di un Gesuita, Padre Francesco Pepe»[7].
Era una «sorta di taumaturgo che curava ogni malattia facendo ingerire ai suoi fedeli infermi dei santini di carta sottilissima che riteneva miracolosi»[8].
La cosa mi ha incuriosito e sono andato a leggere la biografia di padre Francesco sulla Treccani, che “aggiusta” la terapia, rendendola più plausibile: «Tra le iniziative del predicatore, quella che suscitò maggiori controversie fu senza dubbio la distribuzione di ‘cartelline’ (dette anche ‘bigliettini’) dell’Immacolata Concezione, conservate da numerosissimi fedeli confidenti nel loro presunto potere miracoloso»[9].
Nel napoletano, il culto dell’Immacolata è molto sentito e risale alle origini della Cristianità — come può leggersi nel Calendario Marmoreo della Chiesa napoletana, «elaborato fra l’852 e l’884 [che riporta, scolpita sulla pietra,] la rappresentazione grafica dei dogmi celebrati dalle antiche feste mariane»[10].
Circa 1000 anni prima della proclamazione del dogma, a Napoli si festeggiava già «il 9 dicembre[11] la C(on)CEZIONE di S(ant’) ANNA di MARIA VER(gine)»[12].
Più puntualmente, riguardo al culto dell’Immacolata nel tempo, si legge: «Agli inizi del ‘700 i lavori di ampliamento delle strutture portuali prevedevano la costruzione di un edificio sacro sul molo, realizzato […] per volere di Carlo III di Borbone, la chiesa dell’Immacolatella al molo, così chiamata perché sovrastata da una statua dell’Immacolata.
Un’altra importante testimonianza della venerazione dei napoletani per la Vergine Maria è il santuario dell’Immacolata fatto costruire dalla Venerabile Suor Orsola Benincasa (1547-1618)»[13].
Dopo padre Francesco Pepe, ho incontrato un altro personaggio straordinario: il venerabile don Placido Baccher (1781-1851), al quale «al principio dell’800, l’Immacolata apparve». In realtà l’Immacolata non gli apparve, ma la sognò soltanto. Ma fu un sogno importante: lo rassicurò sulla sua situazione di carcerato.
Come si legge nella biografia del Venerabile: «Durante la rivoluzione napoletana del 1799, che portò all’instaurazione della Repubblica Partenopea, Placido Baccher venne coinvolto pesantemente; venivano perseguiti tutti coloro che fossero sospettati di fedeltà al re, suo padre Vincenzo fu esiliato, i fratelli Gennaro e Gerardo furono fucilati in Castel Capuano e Placido, […][che aveva] appena 18 anni, venne rinchiuso nelle carceri del tribunale di Castel Capuano insieme a molti altri, in attesa della sentenza di morte anche per lui.
Ma la notte precedente il giudizio, ebbe in sogno la Madonna, che lo rassicurò sulla sua liberazione, chiedendogli di consacrarsi a Lei; condotto l’indomani davanti al tribunale straordinario, nel Palazzo Reale, i giudici nel guardarlo, si meravigliarono dell’arresto di quel giovane così inoffensivo e incapace di far del male e quindi ne ordinarono la scarcerazione».
Il Venerabile don Placido fu «denominato l’”Apostolo dell’Immacolata”… » — il suo motto era “A Gesù per Maria”— perché instaurò «con i fedeli già allora, i raduni del sabato per recarsi alla chiesa dell’Immacolata».
Ma non solo per questo. Don Placido— siccome la chiesa del S.mo Salvatore «sembrava una reggia senza regina»—incaricò un artista napoletano di scolpire «una statua dell’Immacolata, così come l’aveva sognata la notte della sua prigionia in Castel Capuano».
Nella chiesa del S.mo Salvatore, si instaurò così un culto per l’Immacolata molto sentito, che si diffuse per l’intera città, con fedeli che in gran numero la riempivano nelle cerimonie del sabato, ma soprattutto nella Novena e nella festa dell’8 dicembre.
Anche l’altra capitale del Regno, Palermo, aveva un sorprendente, almeno per me, legame con l’Immacolata.
La festa della Concezione di Maria fu stabilita per tutta la Chiesa da Clemente XI nel 1708, ma era già celebrata in Oriente nell’VIII secolo e venne importata in Italia dai monaci bizantini.
Questa devozione si sviluppò, in modo particolare, in Sicilia, durante la dominazione, appunto, bizantina[14], tanto che l’Immacolata è la patrona sia di Palermo che della Sicilia.
Come ho trovato scritto in un sito dedicato al turismo del Comune di Palermo, «I momenti più salienti della devozione alla Vergine Maria furono vissuti dalla città di Palermo nel XVII secolo.
Nel 1624[,infatti,] scoppiò la peste, che incominciò a mietere migliaia di vittime; allora il Senato palermitano cercò di porre rimedio alla ferocia del morbo con ogni mezzo, adottando [in assenza dei vaccini] anche strumenti di natura spirituale[:][…] il Senato fece ricorso all’intercessione dell’Immacolata e di santa Rosalia […]. L’atto di fede compiuto dal Senato indusse il cardinale dell’epocaad emettere il voto di credere e di difendere, fino all’ultimo spirito di vita, l’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria e di digiunare alla vigilia della festa. Per questo motivo fu deciso di portare in processione il simulacro dell’Immacolata, dalla Cattedrale alla chiesa di S. Francesco. […] Una volta che la peste fu debellata, il Senato palermitano non dimenticò tutti gli impegni assunti ed ancora oggi, ogni anno, le autorità civili rinnovano il giuramento pronunciato dal cardinale [e][…] intervengono alle solenni funzioni, ed erogano a favore del convento di S. Francesco una somma di denaro» [15].
Come a Roma e a Napoli, anche a Palermo c’è la cosiddetta colonna dell’Immacolata sulla cui sommità è posta, appunto, la Sua statua: fu addirittura la prima, essendo stata fatta erigere dall’imperatore austriaco Carlo VI (1685–1740), tra il 1724 e il 1727, quindi più di un secolo prima di quella di piazza di Spagna (1857) e circa vent’anni prima di quella di Napoli (1747-1750)!
Sempre dal sito gestito dal comune di Palermo si legge:
«Ogni anno, il fedele palermitano si reca in pellegrinaggio nella chiesa di San Francesco d’Assisi (per tutta la serata del 7 dicembre) per omaggiare il simulacro d’argento esposto […]. [E…attenzione!!] il Sindaco inginocchiato, ai piedi dell’Immacolata che si erge in tutto il suo splendore fra luci e fiori, recita la formula del giuramento alla Vergine. Rinnova il voto “illo tempore” fatto dal Senato palermitano, voto detto “voto sanguinario”— come lo avrebbe chiamato spregiativamente l’illuminista Ludovico Muratori nel ‘700 —; giura altresì di fare proprio l’impegno di difendere l’Immacolato Concepimento di Maria fino allo spargimento del sangue. A tale funzione assistono oltre al Sindaco, anche i Consiglieri Municipali, scortati dalle Guardie del Comune […]. Tutto ciò avviene alla presenza del Cardinale Arcivescovo[…].
Il giorno della festa, l’8 dicembre, il popolo palermitano si reca numeroso ad assistere alla solenne processione del simulacro argenteo dell’Immacolata[…]
[Quando] il simulacro giunge presso la colonna votiva in piazza San Domenico, […] si assiste all’annuale offerta dei fiori alla Vergine, offerta effettuata dai Vigili del Fuoco. […] [Alla fine della processione] il simulacro si ferma per affrontare l’ultima fatica che è l’entrata, preceduta dalla recita della preghiera mariana [per eccellenza] […], il Magnificat.»[16]
Il cosiddetto “voto sanguinario”, cioè il giuramento di spargere il proprio sangue in difesa della Vergine Immacolata, cominciò nel ‘600 nelle università di Spagna. Come scrive il mariologo monfortiano Stefano De Fiores (1933-2012), «Un movimento promozionale senza analogie si determina nelSeicento a partire dalle università: quello includente il giuramento di difendere l’Immacolata concezione fino all’effusione del sangue. Ad emettere nel 1617il votum sanguinis è l’università di Granada, preceduta da quella di Siviglia e seguita dalle altre spagnole e da alcune italiane. Tale gesto si diffuse presto tra gli ordini religiosi, i santi, le confraternite e i fedeli.
Esso provocò pure una lunga controversia, iniziata con l’opposizione di L. A. Muratori al cosiddetto «voto sanguinario» [che] il celebre erudito […] [attaccò] […] bollandolo imprudente, gravemente colpevole e ispirato da pietà non illuminata. […] La tesi muratoriana […] [suscitò] una levata di scudi in varie nazioni dell’Europa; la più efficace apologia resta quella di s. Alfonso de Liguori (1696-1787) […] [che contestò la tesi del Muratori, affermando che] esistono due motivi che garantiscono come certa questa dottrina: il consenso dei fedeli e la celebrazione universale della festa dell’Immacolata»[17].
Venerdì, 8 dicembre 2023
[1]SitoWeb patrona regno delle due siciie – Cerca (bing.com)
[2] Pio ix, Enciclica Ubi Primum, Gaeta, 2 febbraio 1849.
[3]Roberto de Mattei, Il Papa della Immacolata Concezione,inCristianità, anno VII, n.46, febbraio 1979.
[4] Pio ix, Enciclica cit.
[5]Wikipedia, “Colonna dell’Immacolata (Roma)”
[6]SitoWeb https://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/3653
[7] SitoWeb https://tinodamico.wordpress.com/2016/05/07/la-guglia-dellimmacolata-nella-piazza-del-gesu-di-napoli-ruolo-e-significato-di-un-arredo-urbano/
[8]Ibidem
[9]SitoWeb https://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-pepe_(Dizionario-Biografico)/
[10]SitoWeb https://tinodamico.wordpress.com/2016/05/07/la-guglia-dellimmacolata-nella-piazza-del-gesu-di-napoli-ruolo-e-significato-di-un-arredo-urbano/
[11]Si può notareche, se la festa dell’Immacolata ricorre propriamente l’8 dicembre, anche il giorno dopo sono accadute cose importanti che riguardano la Madonna, come la traslazione della Santa Casa di Loreto, che avvenne proprio nella notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294.
[12]SitoWeb cit.https://tinodamico.wordpress.com/2016/05/07/la-guglia-dellimmacolata-nella-piazza-del-gesu-di-napoli-ruolo-e-significato-di-un-arredo-urbano/
[13]Ibidem
[14]Dal 535 alla conquista islamica 827-902.
[15]Sito web https://turismo.comune.palermo.it/palermo-welcome-new-dettaglio.php?id=22228
[16]Ibidem
[17]Sito web https://www.devozionemariana.org/conoscere-maria/dogma-dellimmacolata-concezione