La lussuria, ovvero la voracità esercitata sulle persone. Occorre riscoprire le catechesi sul corpo umano di san Giovanni Paolo II
di Michele Brambilla
Nell’introduzione all’udienza del 17 gennaio Papa Francesco invita a proseguire nell’itinerario sui vizi e sulle virtù. «Gli antichi Padri ci insegnano che, dopo la gola, il secondo “demone” , cioè vizio, che sta sempre accovacciato alla porta del cuore è quello della lussuria», specificando che «mentre la gola è la voracità nei confronti del cibo, questo secondo vizio è una sorta di “voracità” verso un’altra persona, cioè il legame avvelenato che gli esseri umani intrattengono tra di loro, specialmente nella sfera della sessualità».
«Si badi bene: nel cristianesimo non c’è una condanna dell’istinto sessuale», come qualcuno ama ancora ripetere. Persino «un libro della Bibbia, il Cantico dei Cantici, è uno stupendo poema d’amore tra due fidanzati. Tuttavia, questa dimensione così bella della nostra umanità, la dimensione sessuale, la dimensione dell’amore, non è esente da pericoli, tanto che già San Paolo deve affrontare la questione nella prima Lettera ai Corinzi», precisamente laddove dice: «Si sente da per tutto parlare di immoralità tra voi, e di una immoralità tale che non si riscontra neanche tra i pagani» (1Cor 5,1).
Il Papa non si addentra nella casistica condannata dettagliatamente nella lettera paolina, «ma guardiamo all’esperienza umana, all’esperienza dell’innamoramento», che, come constata il Pontefice, è l’argomento principale delle canzoni popolari, ma rimane un mistero. Proprio per questo, «se non viene inquinato dal vizio, l’innamoramento è uno dei sentimenti più puri. Una persona innamorata diventa generosa, gode nel fare regali, scrive lettere e poesie. Smette di pensare a sé stessa per essere completamente proiettata verso l’altro, è bello questo. E se chiedete a un innamorato: “per quale motivo tu ami?”, non troverà una risposta: per tanti versi il suo è un amore incondizionato».
L’innamoramento è paragonabile ad un giardino, che non è esente dallo strisciare del serpente. La lussuria devasta i rapporti tra le persone. «Per documentare una realtà del genere è sufficiente purtroppo la cronaca di tutti giorni. Quante relazioni iniziate nel migliore dei modi si sono poi mutate in relazioni tossiche, di possesso dell’altro, prive di rispetto e del senso del limite? Sono amori in cui è mancata la castità: virtù che non va confusa con l’astinenza sessuale – la castità è più che l’astinenza sessuale –, bensì va connessa con la volontà di non possedere mai l’altro», puntualizza il Santo Padre. Tante volte la castità cattolica viene fraintesa o irrisa perché non se ne conosce l’autentico significato: oggi abbiamo assolutamente bisogno di riscoprirla!
Come combattere la lussuria? Anzitutto ricordandosi che «vincere la battaglia contro la lussuria, contro la “cosificazione” dell’altro, può essere un’impresa che dura tutta una vita», perché «tra tutti i piaceri dell’uomo, la sessualità ha una voce potente. Coinvolge tutti i sensi, dimora sia nel corpo che nella psiche», spiega il Papa. «Vi aiutino» nel difficile compito di disciplinare la corporeità «l’intercessione e l’insegnamento di San Giovanni Paolo II, che con grande devozione educava i giovani all’amore maturo» con le sue catechesi sulla teologia del corpo umano. Un insegnamento, quindi, tutt’altro che vetusto, ma da studiare, meditare e riproporre nella sua interezza.
Giovedì, 18 gennaio 2024