Da Il Foglio del 22/03/2024
Da ieri fino a lunedì al Consiglio nazionale elettorale venezuelano è possibile registrare le candidature per le presidenziali del 28 luglio, ma intanto si scatena un’ondata repressiva sempre più furiosa. María Corina Machado alle primarie dell’opposizione lo scorso 22 ottobre ha ottenuto il 92,35 per cento. I sondaggi la danno tra il 54 e il 74 per cento nelle intenzioni di voto, contro Maduro che sta tra il 7 e il 20 per cento. Ma la Machado è stata inabilitata per la sua presunta partecipazione ad atti di corruzione avvenuti durante il governo ad interim di Juan Guaidó, sebbene non ne abbia mai fatto parte. Dal 2002 il regime ha inabilitato oltre 1.400 cittadini in base a un meccanismo che permette di farlo anche senza alcuna condanna penale. Il 17 ottobre scorso con la mediazione della Norvegia governo e opposizione avevano firmato gli Accordi di Barbados per arrivare a un processo elettorale condiviso e alla revoca delle sanzioni che pesano sul governo di Maduro, ed era stata fatta intravedere la possibilità che le inabilitazioni venissero rimosse. Non solo invece quella della Machado è stata ribadita, ma ben sette dei suoi collaboratori sono stati arrestati negli ultimi due mesi. Gli ultimi due mercoledì scorso: il coordinatore nazionale del partito della Machado, Henry Alviárez, e la segretaria politica Dignora Hernández. “Queste azioni codarde mirano a chiudere la strada del Venezuela verso il cambiamento e la libertà in pace e democrazia”, denuncia la Machado su X, mentre la Piattaforma unitaria democratica parla di aperta violazione degli accordi. In questo momento in Venezuela ci sono 264 prigionieri politici, ma c’è pure di peggio se si pensa al caso di Ronald Ojeda Moreno, un ex tenente esule in Cile dopo essere fuggito dal carcere, che il 21 febbraio era scomparso, e il primo marzo è stato ritrovato cadavere, sepolto sotto un blocco di cemento di 1,4 metri. Una modalità da omicidio mafioso che fa sospettare una collaborazione tra i servizi di Maduro e la temuta banda di narcos del Tren de Aragua. Maduro adotta sempre di più i metodi di Putin.