Dare la vita davvero, salvate la compagna Ilaria, chiesa demolita in Nagorno Karabakh
di Luca Bucca
– Dare la vita ai figli, sacrificare la propria vita per i figli. Sembrano solo parole, ma a volte diventano più concrete del solito. È stato così per Azzurra Carnelos, morta il 13 aprile per un tumore al seno scoperto durante la gravidanza e che aveva deciso di curare solo dopo il parto per salvare il figlio che portava in grembo. È stato così, prima di lei, per santa Gianna Beretta Molla, per la serva di Dio Chiara Corbello Petrillo e tante altre donne, eroiche eppure così “normali”.
– Durante gli anni di piombo esisteva l’organizzazione Soccorso Rosso Militante. Si occupava di fornire sostegno economico e legale ai militanti di sinistra incriminati per azioni violente o terroristiche. Cercava anche di condizionare l’opinione pubblica attraverso campagne di disinformazione e favoriva la latitanza dei ricercati. Celebre fu in tal senso la campagna che contribuì all’assoluzione in primo grado dei responsabili del rogo di Primavalle. In secondo grado furono poi condannati, ma erano già scappati all’estero. La decisione di Alleanza Verdi-Sinistra di candidare alle prossime elezioni europee Ilaria Salis, attualmente imputata in Ungheria per la presunta aggressione a militanti di opposti schieramenti politici, ricorda tanto questa vecchia modalità d’azione. Che il soccorso sia diventato verde-rosso?
– Continua in Nagorno Karabakh la rimozione di tutto ciò che richiami alla presenza armena. L’azione non risparmia neanche i luoghi sacri e recentemente le autorità azere hanno disposto la demolizione della chiesa di San Giovanni Battista nella città di Šuša, risalente al 1818 e già vandalizzata e gravemente danneggiata in un precedente assalto risalente al 10 novembre 2020.
Mercoledì, 24 aprile 2024