Di Clarida Salvatori da Il Corriere della Sera del 25/04/2024
Appena nato scoprono che il suo cuore rischia di smettere di battere per una grave malformazione. Ma, se fosse rimasto in Inghilterra, forse non ce l’avrebbe fatta a sopravvivere. E così è iniziata la corsa contro il tempo per salvare D. M., il neonato con cittadinanza italiana nato un mese fa nel Regno Unito da padre originario di Treviso e madre nigeriana. Al piccolo, che ha anche un fratellino più grande, viene diagnosticata una cardiopatia congenita. Ma i protocolli sanitari inglesi non prevedono cura, che si tratti di percorso chirurgico o terapeutico, per questa patologia. E con molta probabilità, il neonato non ricevendo cure necessarie, sarebbe andato incontro a complicanze serie. Oppure la sua storia sarebbe diventata un caso come quelli che negli anni passati hanno coinvolto le famiglie di Charlie Gard, di Alfie Evans e di Indi Gregory, per i quali la giustizia inglese aveva decretato l’interruzione delle terapie che li tenevano in vita. Anche per il paziente arrivato nella Capitale due giorni fa era infatti già stata fissata l’udienza davanti alla Family court britannica che avrebbe con molta probabilità deciso lo stop delle cure. È così che, su espressa volontà dei genitori, viene attivata la complessa macchina dei soccorsi che coinvolge presidenza del Consiglio e Aeronautica che, con volo C130, preleva il piccolo dal Bristol Royal Hospital for Children e lo trasporta a Ciampino. Dopo l’atterraggio il neonato viene trasferito all’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Dove le sue condizione appaiono subito critiche: viene ricoverato nel reparto di Anestesia e rianimazione cardiochirurgica, sottoposto a tutti gli esami necessari, e poi portato d’urgenza in sala operatoria per ben due interventi complessi, eseguiti dall’équipe di cardiologia interventistica e di cardiochirurgia. Un tentativo disperato di aumentare le possibilità di sopravvivenza del bambino. Il papà, tramite il suo legale Simone Pillon, ha fatto sapere che «ora speriamo che tutto il percorso medico vada per il meglio e si possa giungere presto alla guarigione del nostro bambino».