Cristiano linciato in Pakistan, bambini russi nel campo estivo nordcoreano, 35 anni dal massacro di piazza Tienanmen
di Luca Bucca
– Nazir Gill Masih era un cristiano pachistano, morto il 3 giugno dopo dieci giorni di agonia in seguito al linciaggio di cui è rimasto vittima. E’ stato ucciso da una folla di musulmani inferociti, che lo accusavano di blasfemia. Si tratta solo di uno dei tanti casi simili che avvengono “normalmente” in Pakistan, dove oltre alla giustizia sommaria delle folle esiste anche una legge contro la blasfemia, che prevede fino alla condanna a morte per chi è ritenuto colpevole della profanazione del Corano o di avere mancato di rispetto a Maometto. Commentando proprio l’ultimo fatto drammatico nel quale ha perso la vita Masih, vari rappresentanti della comunità cristiana pachistana hanno concordemente evidenziato come per fermare le violenze contro le minoranze religiose in Pakistan sia necessario che vengano introdotte norme sanzionatorie contro le false accuse di blasfemia, che le autorità pachistane non si mostrino indulgenti, quando non addirittura conniventi, verso questi fenomeni e che la comunità internazionale intervenga premendo sul governo pachistano, affinché cambi approccio e protegga le minoranze.
– L’agenzia turistica Vostok Intur di Vladivostok, città russa al confine con la Corea del Nord, nell’ambito dei rapporti di collaborazione tra la Russia e il regime di Kim Jong-un, sta organizzando per il prossimo mese di luglio la partecipazione di bambini russi al campo estivo nordcoreano di Songdowon. Il campo si svolge già da parecchi decenni e ha ospitato nel tempo rappresentanze provenienti da vari Paesi esteri, attraverso la mediazione di “organizzazioni amiche”, nel pieno stile degli “scambi culturali” che avvenivano in passato tra gli stati del blocco comunista. Dalle pochissime notizie trapelate le attività del campo dovrebbero riguardare, tra l’altro, anche attività di propaganda, in un contesto fortemente controllato e di limitata libertà di circolazione. In ogni caso, anche se fossero semplici attività ricreative (ma così non è), pensando alla Corea del Nord vengono in mente ben altri campi, cioè quelli di rieducazione, estesi quanto grandi città, dove vengono detenuti i dissidenti tra deprivazioni di ogni genere e, solitamente, con una prospettiva di sopravvivenza assai breve.
– Nella notte tra il 3 e 4 giugno di trentacinque anni fa, era il 1989, mentre il blocco comunista sovietico si avviava da lì a poco verso l’implosione, in Cina la protesta di Piazza Tienanmen, iniziata il 15 aprile, veniva definitivamente repressa nel sangue, consolidando così il regime comunista ancora oggi al potere. Ovviamente in Cina è vietato ricordare l’evento, ma ciò che stupisce è quanto poco se ne sia fatta (e se ne faccia) memoria in Occidente.
Mercoledì, 5 giugno 2024