Un’analisi del voto europeo in Romania
di Remus Tanasâ
Il conteggio dei voti si è quasi concluso in Romania (19865 su 19870 seggi elettorali) e la grande vincitrice delle elezioni per il Parlamento europeo è una lista contro intuitiva per chi segue e si interessa della storia politica: secondo i risultati parziali, al primo posto con 48,56% delle preferenze troviamo la lista composta dai social-democratici e dai nazional-liberali.
I romeni sono stati chiamati alle urne il 9 giugno per eleggere 33 eurodeputati ed anche per votare alle elezioni amministrative. Con riferimento soltanto alle elezioni europee, fino a giovedì sera, quando mancava ancora la convalida per 15 seggi elettorali, si sono presentati al voto il 52,41% dei18.978.908 cittadini aventi diritto.
La strana coalizione fra i due partiti “storici” e nello stesso tempo i due partiti che hanno governato di più dal 1989 ad oggi, trova insieme il Partito Social-Democratico ed il Partito Nazionale Liberale. Pur non essendo la prima volta in cui si sono alleati, questa convivenza politica non è per niente naturale, non solo dal punto di vista dottrinale, ma anche perché, in Romania, chi di solito vota per uno di questi due partiti disdegna l’altro e viceversa, ognuno dei due partiti avendo il suo elettorato fedele. L’alleanza ha funzionato pure a livello locale, per le amministrative, in modo sporadico laddove il loro peso politico quasi monopolistico era stato minacciato da un terzo partito. Seconde alcune dichirazioni, l’intento dell’alleanza sarebbe di offrire stabilità e continuità governativa al paese, vista l’importanza e vicinanza strategica al fronte ucraino; secondo questa prospettiva, ci si può aspettare la continuazione dell’alleanza anche in vista delle prossime elezioni presidenziali che saranno in questo stesso anno, nell’eventualità di un ballottaggio fra il candidato social-democratico oppure nazional-liberale ed un candidato favorevole all’espansionismo della Russia in Ucraina.
In realtà, il dibatito politico per il Parlamento europeo è stato quasi inesistente, i partiti essendosi concentrati sulle elezioni amministrative. In questo modo, la seconda lista più votata è quella guidata dal partito l’Alleanza per l’Unità dei Romeni con il 14,93% dei voti. Si tratta di un sodalizio fortemente euroscettico e abbastanza pro-Putin. Si può notare che questa lista, insieme ad un altro partito euroscettico e pro-Putin, il partito S.O.S Romania, entrato al limite nel Parlamento europeo, hanno il maggior numero di voti dei romeni della diaspora europea.
La terza lista è stata quella dell’Alleanza per la Destra Unita, pure questa abbastanza innaturale visto che si sono alleati due partiti di destra (Forza della Destra ed il Partito Movimento Popolare) ed un partito con una forte impronta progressista, cioe l’Unione Salvate la Romania. Quest’ultimo, da diversi anni, sta provando a guadagnarsi l’immagine di un partito di destra, per il momento riuscendo ad allontanare gli elementi piu radicali di sinistra, senza compensare però con qualcosa di serio l’errore delle origini. Comunque, fra i tre partiti della lista, l’ultimo ha il più forte peso politico.
L’unico partito conservatore romeno e l’unico affiliato al Partito dei Conservatori e dei Riformisti Europei (ECR), l’Alternativa Destra, ha preso pochi voti, lo 0,45%.
Alla fine, ecco le percentuali parziali per chi ha superato la soglia elettorale:
- Lista del Partito Social-Democractico + Partito Nazionale Liberale: 48,56% – 19 seggi;
- Lista dell’Alleanza per l’Unità dei Romeni: 14,93% – 6 seggi;
- Lista dell’Alleanza per la Destra Unita: 8,70% – 3 seggi;
- Unione Democratica Magiara di Romania: 6,48% – 2 seggi;
- Partito S.O.S Romania: 5,03% – 2 seggi;
- Candidato indipendente (Nicu Ștefănuță): 3,08%
Sabato, 15 giugno 2024