Un bel video pro life; ciclismo, famiglia e sanzione; eserciti che vanno, eserciti che vengono
di Luca Bucca
– Il video Mi chiamo Olivia, prodotto dall’associazione statunitense Live Action nel 2021 e tradotto l’anno successivo in italiano dal Movimento per la Vita, è bello e toccante, efficace e diretto, da vedere e fare vedere. La sua proiezione nello stand del MpV alla 50esima edizione della Settimana Sociale dei cattolici italiani ha permesso di mettere in evidenza in particolare due aspetti. Il primo, che ormai dovrebbe essere chiaro a tutti e non è mai superfluo ribadirlo: la dottrina sociale della Chiesa non riguarda soltanto gli aspetti strettamente socio-economici, ma un ambito ben più ampio, che comprende anche, tra gli altri, i temi bioetici, all’interno dei quali la difesa della vita non è certo secondario. Il secondo, più pratico e operativo, riguarda invece l’utilità e la necessità di strumenti e prodotti che possano essere utilizzati per la diffusione di messaggi positivi, pro life e non solo.
– Tour de France, 5 luglio, settima tappa, a cronometro, Nuits Saint Georges – Gevrey Chambertin. Il ciclista Julien Bernard corre sulle strade “di casa sua” e a un certo punto del percorso, in salita, si trova letteralmente tra due ali di folla, amici e conoscenti accorsi per sostenerlo e salutarlo. Poi vede la moglie con il figlioletto con tanto di bandierina con su scritto «Alle papa». Si ferma per una manciata di secondi, li bacia e riparte. Una bella scena a margine dell’evento sportivo. Un’immagine quasi allegorica, di un marito che mentre pedala e fatica in salita ha lì, a bordo strada, la sua famiglia a sostenerlo e allora si ferma un attimo per ringraziarli di esserci. E poi c’è la giuria dell’Unione Ciclistica Internazionale, che invece evidentemente non ha visto niente di bello in tutto ciò e ha sanzionato Bernard con una multa di 200 franchi svizzeri «per comportamento inappropriato durante la corsa e danno all’immagine del ciclismo». Bernard, da parte sua, sui social ha ironizzato sulla cosa senza mostrarsi per nulla pentito. Agli appassionati resta il piacere di avere assistito a uno di quei momenti significativi durante i quali tanti piani si intrecciano e l’essenziale, il calore della famiglia in questo caso, per qualche momento prende il sopravvento sul resto, fino a fermare l’evento sportivo, per quanto importante, anche se il regolamento non vuole o qualcuno lo applicherà in maniera rigida o estrema.
– Il 7 luglio gli USA, con la partenza degli ultimi 100 militari, hanno completato il ritiro delle proprie truppe dal Niger. Diversamente che in altre zone, come ad esempio l’Afghanistan, qui gli USA non hanno distrutto attrezzature e strutture e le truppe russe, che già da parecchi mesi hanno iniziato a dispiegare le loro forze nella stessa area, hanno cominciato a utilizzare anche alcune basi prima sotto il controllo statunitense. A inizio luglio, invece, sono stati resi noti maggiori dettagli su un’operazione della Guardia di Finanza nel porto di Gioia Tauro, risalente al mese di giugno, che ha portato al sequestro di due droni militari cinesi nascosti all’interno di container diretti a Bengasi, in Libia, per entrare nella disponibilità delle forze militari del generale Haftar, sostenuto tra gli altri proprio dalla Russia, che sta cercando di ampliare la propria influenza anche in quell’area supportando, appunto, il generale Haftar. Si tratta di notizie a volte poco poste in risalto, o approfondite solo da organi d’informazione specializzati, delle quali in questa rubrica ci si è già più volte occupati e su cui, di tempo in tempo, è bene tornare, essendo quello africano un quadrante geopolitico da tenere sotto osservazione, anche per le immediate ricadute che potrebbe avere sul Mediterraneo e sull’Europa.
Mercoledì, 10 luglio 2024