di Marco Invernizzi
Viviamo in un mondo che muore, lo ripetiamo ancora una volta. Caratteristici di una civiltà alla fine del suo percorso sono i capovolgimenti, le contraddizioni, che fanno dire ai normali osservatori che non si capisce più nulla.
Parto da quanto sta accadendo in Regione Lombardia. Per oltre vent’anni è stata un esempio di buon governo di centrodestra con le giunte di Roberto Formigoni prima e di Roberto Maroni poi. Un governo di eccellenza non soltanto nel campo della sanità, ma in generale e in particolare un governo che ha sempre voluto caratterizzarsi per la propria fedeltà ai principi della tradizione cristiana, ancora parzialmente radicata nella popolazione delle diocesi lombarde.
La legge a sostegno della famiglia del 1999, il “buono scuola”, la scritta “help Christians” apparsa sul Pirellone illuminato nell’ottobre 2016, e poi tanti gesti, piccoli ma significativi come la presenza del Gonfalone al Family Day nel gennaio 2016 a Roma e la scritta apparsa sul Pirellone per ricordarne l’evento, e poi soprattutto quel grande convegno contro l’equiparazione del matrimonio gay alla famiglia naturale nel gennaio 2015, che attirò l’attenzione del mondo sulla Regione Lombardia che osava sfidare il politicamente corretto e schierarsi a fianco dei pro Family accorsi a migliaia.
Oggi l’aria è cambiata e non chiedetemi il motivo perché non lo so. So soltanto che sta venendo meno un importante riferimento politico. Troppe ormai le decisioni in senso contrario a vita e famiglia per immaginare una svista: la distribuzione gratuita del preservativo ai giovani, la pillola abortiva da assumere a casa, nemmeno in ospedale, un milione di euro a sostegno della campagna sulla contraccezione dell’Unfpa, il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, in Africa. Addirittura nelle ultime ore il voto a un emendamento presentato dal Partito democratico che elimina l’obbligo per i Comuni di sepoltura dei feti abortiti, unica regione in Italia ad avere una legge che restituiva al bambino abortito la dignità della persona, e in contemporanea la votazione a maggioranza di una delibera che autorizza la sepoltura dei cani con i corpi dei loro padroni. Incredibile, ma così è. La smentita dell’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, che rimanda a un prossimo regolamento per i funerali e sostiene che tutto rimarrà com’è, non spiega il perché del voto all’unanimità dell’emendamento del Pd.
È lecito dire che ci sia una svolta “politicamente corretta” in atto in Regione Lombardia? Spero ancora che non sia così ma temo che qualcosa si sia incrinato, non fosse altro per la mancanza di qualsiasi spiegazione, da parte dei responsabili politici della Regione.
Il popolo del Family Day aveva guardato alla Lombardia come a un punto di riferimento e in qualche modo continua a crederlo tale, anche perché non esistono alternative. I cattolici che amano la vita e la famiglia, che non pretendono dalla politica la soluzione miracolistica di ogni problema ma che lasci operare la società, la aiuti e la valorizzi senza sostituirsi a essa, questi cattolici che hanno sempre votato per quattro legislature affinché il modello lombardo potesse continuare, adesso sono sconcertati.
Non che il mondo fuori dalla Lombardia appaia meno bizzarro. Quel Matteo Renzi che sembrava “padrone” d’Italia solo tre anni fa oggi è ridimensionato elettoralmente fino all’insignificanza e i suoi genitori sono agli arresti domiciliari per bancarotta. In America, quella “ricca” del nord, si candida alle primarie democratiche un socialista, mentre nell’America “dei poveri”, quella del sud, il socialismo del XXI secolo getta definitivamente la spugna e fallisce con Ortega in Nicaragua e con Maduro in Venezuela. Che succede?
In Francia i rivoltosi che indossano i gilet gialli, accecati dall’ideologia dell’antisemitismo, insultano per strada e sfiorano la rissa contro Alain Finkielkraut, uno dei pochi intellettuali che li aveva difesi e dai cui interventi potrebbero trarre tante ragioni per la loro protesta.
Forse mai come oggi diventa importante leggere la storia dei secoli del tramonto dell’impero romano, quando la confusione, le contraddizioni, i capovolgimenti di fronte e il mutare delle alleanze era diventato una costante, che rendeva tutto complicato e apparentemente incomprensibile. Ciononostante, nel caos del tramonto di un impero così importante, i cristiani seppero trovare una strada in mezzo a tante contraddizioni, portando la Salvezza ai loro contemporanei anche a costo del sacrificio della vita e così favorendo la nascita di una nuova civiltà, la «civiltà della verità e dell’amore». Oggi noi ricordiamo quei testimoni e martiri, mentre ci siamo dimenticati coloro che per compiacere gli imperatori pagani sacrificarono agli idoli del loro tempo.
Giovedì, 21 febbraio 2019