I Santi canonizzati, ma anche ogni singolo cattolico, sono coloro che recapitano l’invito alla festa del Cielo in ogni angolo della terra
di Michele Brambilla
Il 20 ottobre Papa Francesco canonizza il beato padre Manuel Ruiz Lòpez coi suoi compagni di martirio; il beato Giuseppe Allamano; la monaca francese Marie-Leonie Paradis e la beata Elena Guerra. Su tutti costoro si dovrebbero spendere fiumi d’inchiostro, basti pensare al primo gruppo di canonizzati, tutti martiri: furono massacrati nel 1860 a Damasco in una persecuzione che si estese dal Libano alla Siria. Don Giuseppe Allamano fu allievo di san Giovanni Bosco nell’oratorio di Valdocco e fondò i Missionari della Consolata. Madre Paradis (canadese, della diocesi di Montreal) e la lucchese Elena Guerra (parente del militante di Alleanza Cattolica Giulio Dante Guerra) furono entrambe mistiche e fondatrici di ordini religiosi.
Nell’omelia della Messa Papa Francesco prende spunto dalle domande che gli apostoli Giacomo e Giovanni rivolgono a Gesù nella pagina evangelica. Essi cercavano la gloria terrena, ma si sentono rispondere: «Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?» (Mc 10,38). Scoprirono, così, di non aver fatto i conti con la Croce. Cristo non si scompone, ma «scende in profondità, ascolta e legge il cuore di ognuno di loro e anche di ognuno di noi. E, nel dialogo, attraverso due domande, cerca di fare emergere il desiderio che c’è dentro a quelle richieste». In questo modo emerge che «il servizio è lo stile di vita cristiano. Non riguarda un elenco di cose da fare, quasi che, una volta fatte, possiamo ritenere finito il nostro turno», ma di un modo di essere, che nasce dall’amore ed è disposto a sacrificare la vita, come nel caso dei martiri.
«In questa luce possiamo ricordare i discepoli del Vangelo, che oggi vengono canonizzati. Lungo la storia tormentata dell’umanità, essi sono stati servi fedeli, uomini e donne che hanno servito nel martirio e nella gioia, come fra Manuel Ruiz Lopez e i suoi compagni. Sono sacerdoti e consacrate ferventi, e ferventi di passione missionaria, come don Giuseppe Allamano, suor Paradis Marie Leonie e suor Elena Guerra. Questi nuovi santi hanno vissuto lo stile di Gesù: il servizio», che li ha resi «servi dei fratelli, creativi nel fare il bene, saldi nelle difficoltà, generosi fino alla fine».
La memoria di san Giuseppe Allamano richiama il tema della Giornata missionaria mondiale, «“Andate e invitate al banchetto tutti” (cfr Mt 22,9)». «Come ci insegnano i nuovi Santi: “ogni cristiano è chiamato a prendere parte a questa missione universale con la propria testimonianza evangelica in ogni ambiente” (Messaggio per la XCVIII Giornata missionaria mondiale, 25 gennaio 2024)», ripete lo stesso Pontefice introducendo l’Angelus.
I martiri di Damasco rievocano inevitabilmente gli scenari mediorientali. In piazza S. Pietro ci sono molti fedeli maroniti libanesi, davanti ai quali il Santo Padre insiste a chiedere la pace per «la martoriata Palestina, Israele, Libano, la martoriata Ucraina, Sudan, Myanmar».
Il Papa saluta pure le molte autorità civili presenti: se non sfugge la presenza del vice-presidente ugandese nel 60° anniversario della canonizzazione dei martiri dell’Uganda da parte di san Paolo VI, per l’Italia ci sono Sergio Mattarella e Alfredo Mantovano, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.
Lunedì, 21 ottobre 2024