Questo il principio che il Papa richiama nell’Angelus del 22 dicembre, chiedendo a tutti di proteggere la vita dal concepimento. Il Pontefice parla nuovamente anche dei bambini di Gaza, con parole che lasciano poco spazio alla diplomazia, già in fibrillazione sull’argomento
di Michele Brambilla
Papa Francesco si sta rimettendo da un forte raffreddore. «Mi spiace non essere con voi in Piazza, ma sto migliorando e si devono prendere le precauzioni» in vista dell’apertura della Porta Santa, rassicura egli stesso collegandosi da Casa S. Marta per l’Angelus del 22 dicembre.
«Oggi il Vangelo ci presenta Maria che, dopo l’annuncio dell’Angelo, visita Elisabetta, sua anziana parente (cfr Lc 1,39-45), anche lei in attesa di un bimbo. Il loro è perciò l’incontro di due donne felici per il dono straordinario della maternità», dono oggi molto spesso poco rispettato. E’ infatti il Papa stesso a rimarcare che il Signore è sempre presente «nel dono di ogni vita, di ogni bambino, e della sua mamma» e a sottolineare il titolo di un programma televisivo: «Nessun bambino è un errore».
«Nella Piazza, ci saranno anche oggi delle mamme coi loro bambini, e forse ce n’è anche qualcuna che è in “dolce attesa”. Per favore, non restiamo indifferenti alla loro presenza, impariamo a stupirci della loro bellezza, come hanno fatto Elisabetta e Maria, quella bellezza delle donne in attesa. Benediciamo le mamme e diamo lode a Dio per il miracolo della vita», dice ancora il Pontefice ricordando l’amorevolezza con la quale, da arcivescovo di Buenos Aires, cedeva sempre il suo posto sull’autobus alle donne incinte.
Piccole cortesie che attestano, però, un profondo rispetto della vita nascente, pertanto invita i fedeli ad attendere il Signore non solo decorando le proprie case, ma anche e soprattutto esprimendo «sentimenti di gioia ogni volta che incontriamo una madre che porta in braccio o in grembo il suo bambino. E quando ci succede, preghiamo nel nostro cuore e diciamo anche noi, come Elisabetta: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!” (Lc 1,42); cantiamo come Maria: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46), perché sia benedetta ogni maternità, e in ogni mamma del mondo sia ringraziato ed esaltato il nome di Dio, che affida agli uomini e alle donne il potere di donare la vita ai bambini». Ognuno si deve chiedere: «Sostengo e difendo il valore sacro della vita dei piccoli fin dal loro concepimento nel grembo materno?».
Poche ore prima, nel discorso per gli auguri natalizi alla Curia romana, Francesco ha deprecato che non si permettesse al patriarca di Gerusalemme, card. Pierbattista Pizzaballa, di visitare la parrocchia latina di Gaza, aggiungendo che «ieri sono stati bombardati bambini. Questa è crudeltà, questa non è guerra. Voglio dirlo perché tocca il cuore». L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede ha reagito replicando che il permesso al patriarca era stato, invece, concesso (stamane il card. Pizzaballa ha effettivamente potuto celebrare la Messa a Gaza) e accusando la diplomazia vaticana di “doppio standard”.
Durante l’Angelus del 22 dicembre il Papa ritorna sull’argomento, con parole ancora più dure. «Preghiamo perché a Natale possa cessare il fuoco su tutti i fronti di guerra, in Ucraina, in Terra Santa, in tutto il Medio Oriente e nel mondo intero. E con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà; ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali», controreplica infatti il Pontefice. Parole che promettono altre schermaglie diplomatiche nelle prossime ore.
Lunedì, 23 dicembre 2024