Maurizio Dossena, Cristianità n. 393 (2018)
La pubblicazione di questo articolo vuole essere un omaggio a Giovanni Cantoni in occasione del suo ottantesimo compleanno. Fondatore di Alleanza Cattolica, da qualche anno Cantoni, per motivi di salute, ha dovuto abbandonare la guida diretta dell’associazione, di cui ora è reggente nazionale onorario. Dalle testimonianze traspare con evidenza l’impronta del fondatore, che si è dedicato per decenni alla formazione dei militanti con passione e con generosità.
Articolo ripreso da Il nuovo giornale, Piacenza, 20-9-2018, con il titolo Piacenza, per gli ottant’anni di Giovanni Cantoni.
«Cum Petro» e «sub Petro»
Gli amici, piacentini e non, esprimono il loro grato omaggio, in occasione dei suoi ottant’anni, a Giovanni Cantoni, fondatore e, per anni, reggente nazionale di Alleanza Cattolica, associazione che studia la Dottrina Sociale della Chiesa, attiva fin dai primi anni 1960 e riconosciuta dalla Chiesa nel 2012 come associazione privata di fedeli.
Alleanza Cattolica ha avuto, grazie all’impulso datole dal suo fondatore e da altri collaboratori, una diffusione — ancorché non sempre facile, nazionale ed extra-nazionale —, radicandosi sempre più fra tutti coloro che si sono trovati fedeli a un senso della Tradizione cristiana coraggiosamente coerente e decisamente anti-progressista nel senso etimologico del termine, ancorché non staticamente coincidente con un tradizionalismo fine a sé stesso: una posizione coerente, basata sul modello di grandi maestri del pensiero conservatore e tradizionale cristiano, da Joseph de Maistre (1753-1821) a Louis de Bonald (1754-1840) fino a Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), il cui magistrale saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, del 1959, è stato diffuso nelle diverse edizioni italiane proprio da Cantoni e dalla sua associazione, la quale ha, dal 1973, quale organo ufficiale la rivista Cristianità.
Per vari motivi, non sempre facile è stato l’impegno dei militanti di Alleanza Cattolica, sia perché fondato su una linea culturale e operativa decisamente controcorrente, sia per tutte le situazioni di spiacevole confusione con forme di arroccamento che non sono invece nello spirito dei suoi militanti. Ciò, sin dai non facili anni di una disastrosa degenerazione nella Chiesa post-conciliare, conseguenza appunto di una malintesa interpretazione del Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965), da cui tutti i Papi successivi hanno ben messo in guardia.
L’impegno dei militanti di Alleanza Cattolica si basa in primis su una conoscenza attiva della Chiesa — nella fedeltà cum Petro e sub Petro —, dei suoi insegnamenti, del Catechismo e dei documenti magisteriali, a cui va unita la formazione continua (e conseguente, coerente azione), spirituale e culturale, dei suoi componenti, in relazione all’attuazione del programma impresso nel suo motto Per la maggior gloria di Dio anche sociale e secondo un percorso oggi preziosissimo per tutti coloro che intendono concretamente opporre un’alternativa motivata e coerente al dilagante percorso di deriva contro Dio e contro l’uomo prodotto da quella Rivoluzione, sociale, culturale e in interiore homine, così ben messa a fuoco appunto dall’insegnamento di de Oliveira e così concretamente sviscerata da Giovanni Cantoni nei suoi diversi scritti e nelle tante lezioni attive ai militanti di Alleanza Cattolica.
Cantoni ha dato infatti un apporto di grandissimo significato a una militanza che, da circostanziale, è divenuta sempre più diffusa e radicata, fino al riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa, nella persona del vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio. Da qualche anno, per motivi di salute, Cantoni ha dovuto abbandonare la guida diretta dell’associa-zione — da lui comunque sempre seguita —, al vertice della quale, dopo un periodo intermedio di guida provvisoria da parte di Massimo Introvigne e di Mauro Ronco, si trova ora come reggente nazionale Marco Invernizzi.
Grande gratitudine pertanto da parte degli amici e collaboratori, piacentini e non, e un sentitissimo augurio a Giovanni Cantoni per il suo ottantesimo compleanno, da esprimersi alla sua sposa Sabina, ai figli Ugo, Lorenzo, Gemma e Ignazio (tutti variamente attivi sull’orma paterna) e ai suoi numerosi nipoti.