L’Esaltazione della Croce mette al centro uno strumento di morte, divenuto albero della vita eterna e fattore di comunione nella Chiesa
di Michele Brambilla
«Oggi la Chiesa celebra la Festa dell’Esaltazione della Santa Croce, in cui ricorda il ritrovamento del legno della Croce da parte di Sant’Elena, a Gerusalemme, nel IV secolo, e la restituzione della preziosa Reliquia alla Città santa, ad opera dell’Imperatore Eraclio» nell’anno 627, ricorda Papa Leone XIV nell’introduzione all’Angelus del 14 settembre.
Il significato di questa solennità ci è spiegato dalla pagina di Vangelo (cfr Gv 3,13-17), in cui Nicodemo, uno dei capi dei Giudei, sinceramente incuriosito dalla dottrina di Cristo, dialoga privatamente con il Signore. «Ha bisogno di luce, di guida: cerca Dio e chiede aiuto al Maestro di Nazaret, perché in Lui riconosce un profeta, un uomo che compie segni straordinari» e Gesù lo accoglie, rivelandogli «che il Figlio dell’uomo dev’essere innalzato, “perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna” (Gv 3,15)».
Per salvarci eternamente occorre quindi credere ad un Uomo-Dio che, per noi, è giunto a pendere dal legno della croce, una delle pene più infamanti del suo tempo, sottolinea il Papa. «Gesù parla di questo a Nicodemo, richiamando un episodio dell’Antico Testamento (cfr Nm 21,4-9), quando nel deserto gli Israeliti, assaliti da serpenti velenosi, si salvavano guardando il serpente di bronzo che Mosè, obbedendo al comando di Dio, aveva fatto e posto sopra un’asta», prefigurando il Crocifisso. Nicodemo intuirà quindi cosa voleva dire Gesù solo dopo gli eventi pasquali.
Comprendiamo allora che «Dio ci ha salvati mostrandosi a noi, offrendosi come nostro compagno, maestro, medico, amico, fino a farsi per noi Pane spezzato nell’Eucaristia», il Sacramento che ripresenta ancora oggi il sacrificio del Calvario. Se l’Eucaristia è già stata “esaltata” al Corpus Domini, il 14 settembre ci concentriamo sulla croce, strumento tramite il quale si è manifestato davanti a tutti l’amore che Dio prova per ciascuno di noi.
Il mistero della croce è quindi il cuore della predicazione cristiana e il fulcro della stessa comunione ecclesiale, essendo la Chiesa radunata attorno al Banchetto eucaristico e fortificato continuamente, tramite il SS. Sacramento, dalle grazie provenienti dalla Passione di Cristo. «Chiediamo allora, per intercessione di Maria, la Madre presente al Calvario vicino al suo Figlio, che anche in noi si radichi e cresca il suo amore che salva», considerando il fatto che giusto «domani ricorre il 60° anniversario dell’istituzione del Sinodo dei Vescovi, un’intuizione profetica di San Paolo VI, affinché i Vescovi potessero ancora di più e meglio esercitare la comunione con il Successore di Pietro. Auspico che questa ricorrenza susciti un rinnovato impegno per l’unità, per la sinodalità e per la missione della Chiesa», tutte cose che traggono origine dalla croce di Gesù, divenuta per mezzo di Colui che l’ha abbracciata «strumento di vita, insegnandoci che niente può separarci da Lui (cfr Rm 8,35-39) e che la sua carità è più grande del nostro stesso peccato (cfr Francesco, Catechesi, 30 marzo 2016)».
Il Pontefice legge con commozione gli striscioni che i fedeli hanno srotolato in piazza per festeggiare i suoi 70 anni. «Rendo grazie al Signore e ai miei genitori; e ringrazio quanti hanno avuto un ricordo nella preghiera», dice il Papa con molta semplicità.
Lunedì, 15 settembre 2025
