Pubblichiamo l’intervento del Reggente Nazionale di Alleanza Cattolica, Marco Invernizzi, alla manifestazione “A testa alta con gli ebrei” promossa dall’Associazione setteottobre svoltasi a Roma il 30 oittobre 2025.
di Marco Invernizzi
Il primo motivo che ha spinto un’associazione che ha come scopo la diffusione del Magistero della Chiesa, come appunto è Alleanza Cattolica, a essere presente oggi in questa piazza romana, consiste nelle parole pronunciate da san Giovanni Paolo II quando quasi 40 anni fa visitò la Sinagoga di Roma, il 13 aprile 1986.
Ricordo l’enorme portata di quel gesto, che segnò per sempre, con l’autorevolezza di un atto magisteriale, i rapporti fra cattolici ed ebrei.
Dei tre punti che il Papa sottolineò in quella circostanza oggi voglio sottolineare il primo, quando disse che per noi cattolici la religione ebraica è “intrinseca”, per cui con voi abbiamo dei rapporti speciali come con nessun’altra religione: “siete i nostri fratelli prediletti” disse Papa Wojtyla, “si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori”.
Il secondo motivo è più di carattere politico e ci riguarda come associazione che opera in Occidente. L’Occidente è una cultura e una civiltà, anche se oggi le principali classi dirigenti intellettuali e politiche occidentali hanno voluto voltare le spalle alle sue radici. Queste ultime sono riconducibili ai nomi di tre città: Atene dove nacque il pensiero occidentale, in particolare la metafisica; Roma, la patria del diritto e del primato della legge; e infine Gerusalemme, dove si sono incontrati l’Antico e il Nuovo Testamento e dove noi cristiani adoriamo il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio.
L’Occidente non può esistere se viene amputato anche di una sola delle sue radici. L’Occidente non può esistere senza Israele, né storicamente né oggi, quando lo Stato di Israele rappresenta un’isola di Occidente contornata da un oceano ostile, un popolo che proprio il 7 ottobre è stato aggredito dalle bande terroristiche di Hamas e della Jihad islamica.
Per questo siamo qui oggi, per affermare e difendere le radici giudaico-cristiane della nostra civiltà e per ricordare il diritto di Israele di esistere, come popolo e come Stato.
Uno Stato che può anche sbagliare e che ha commesso degli errori, ma nel quale si possono esprimere delle critiche senza il rischio di essere uccisi o imprigionati.
Anche per questo, per difendere questo principio di libertà, espressione tipica della visione del mondo occidentale, siamo qui oggi, a fianco degli ebrei minacciati dal fondamentalismo islamico, dall’indifferentismo di molti occidentali e da una nuova espressione di antisemitismo ideologico che cerca di fornire alla sinistra un motivo di lotta che le permetta di dimenticare la sua crisi, profonda e inarrestabile.
Venerdì, 31 ottobre 2025
