Giovanni Paolo II, Cristianità n. 234 (1994)
Lettera alle Famiglie, del 2-2-1994, n. 17. Titolo redazionale
La famiglia «società primordiale» e «società sovrana»
La famiglia è una comunità di persone, la più piccola cellula sociale, e come tale è un’istituzione fondamentale della vita di ogni società.
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Come comunità di amore e di vita, la famiglia è una realtà sociale saldamente radicata e, in modo tutto proprio, una società sovrana, anche se condizionata sotto vari aspetti. L’affermazione della sovranità dell’istituzione-famiglia e la constatazione dei suoi molteplici condizionamenti inducono a parlare dei diritti della famiglia. Al riguardo la Santa Sede ha pubblicato nel 1983 la Carta dei Diritti della Famiglia, che conserva anche ora tutta la sua attualità.
I diritti della famiglia sono strettamente connessi con i diritti dell’uomo: infatti, se la famiglia è comunione di persone, la sua autorealizzazione dipende in maniera significativa dalla giusta applicazione dei diritti delle persone che la compongono. Alcuni di questi diritti riguardano immediatamente la famiglia, come il diritto dei genitori alla procreazione responsabile e all’educazione della prole; altri diritti invece riguardano il nucleo familiare solo in modo indiretto: tra questi, di singolare importanza sono il diritto alla proprietà, specialmente alla cosiddetta proprietà familiare, ed il diritto al lavoro.
I diritti delle famiglie non sono, però, semplicemente la somma matematica di quelli della persona, essendo la famiglia qualcosa di più della somma dei suoi membri presi singolarmente. Essa è comunità di genitori e di figli; a volte comunità di diverse generazioni. Per questo la sua soggettività, che si costruisce sulla base del disegno di Dio, fonda ed esige diritti propri e specifici. La Carta dei Diritti della Famiglia, partendo dai […] principi morali, consolida l’esistenza dell’istituto familiare nell’ordine sociale e giuridico della «grande» società: della Nazione, dello Stato e delle Comunità internazionali. Ognuna di queste «grandi» società è condizionata almeno indirettamente dall’esistenza della famiglia; per questo la definizione dei compiti e doveri della «grande» società nei confronti della famiglia è questione estremamente importante ed essenziale.
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Occorre davvero fare ogni sforzo perché la famiglia sia riconosciuta come società primordiale e, in un certo senso, «sovrana»! La sua «sovranità» è indispensabile per il bene della società. Una Nazione veramente sovrana e spiritualmente forte è sempre composta da famiglie forti, consapevoli della loro vocazione e della loro missione nella storia. La famiglia sta al centro di tutti questi problemi e compiti: relegarla ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all’autentica crescita dell’intero corpo sociale.
Giovanni Paolo II