Di Michele Brambilla
Le acclamazioni della folla al momento dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e le urla astiose lanciate contro di Lui nella Passione. La Domenica delle Palme, dice Papa Francesco nell’omelia del 14 marzo durante la Messa in piazza San Pietro, è un giorno fatto di contrasti: «Le grida festose e l’accanimento feroce. Questo duplice mistero accompagna ogni anno l’ingresso nella Settimana Santa, nei due momenti caratteristici di questa celebrazione: la processione con i rami di palma e di ulivo all’inizio e poi la solenne lettura del racconto della Passione». E invita: «Lasciamoci coinvolgere in questa azione animata dallo Spirito Santo, per ottenere quanto abbiamo chiesto nella preghiera: di accompagnare con fede il nostro Salvatore nella sua via e di avere sempre presente il grande insegnamento della sua passione come modello di vita e di vittoria contro lo spirito del male».
Gesù, afferma il Pontefice, sapeva di dover rimanere spiritualmente vigile anche mentre la folla gli correva incontro con i rami di ulivo e di palma «perché in quell’avvenimento il maligno, il Principe di questo mondo aveva una carta da giocare: la carta del trionfalismo, e il Signore ha risposto rimanendo fedele alla sua via, la via dell’umiltà», che è l’unica che porta alla realizzazione del progetto del Padre. «Egli sa che per giungere al vero trionfo deve fare spazio a Dio; e per fare spazio a Dio c’è un solo modo: la spogliazione, lo svuotamento di sé. Tacere, pregare, umiliarsi. Con la croce, fratelli e sorelle, non si può negoziare, o la si abbraccia o la si rifiuta. E con la sua umiliazione Gesù ha voluto aprire a noi la via della fede e precederci in essa».
Non è certamente una via facile, ma Francesco osserva che sulla via dell’umiltà abbiamo davanti degli ottimi esempi. «Dietro di Lui, la prima a percorrerla è stata sua Madre, Maria, la prima discepola. La Vergine e i santi hanno dovuto patire per camminare nella fede e nella volontà di Dio. Di fronte agli avvenimenti duri e dolorosi della vita, rispondere con la fede costa “una particolare fatica del cuore” (cfr S. Giovanni Paolo II, Enc. Redemptoris Mater, 17). È la notte della fede. Ma solo da questa notte spunta l’alba della risurrezione» perché vi riconosciamo la nostra fragilità e ci affidiamo al Solo Forte.
Un particolare colpisce il Papa singolarmente, ed è il silenzio di Gesù lungo tutte le fasi della Passione. «Acclamazioni festose e accanimento feroce; è impressionante il silenzio di Gesù nella sua Passione, vince anche la tentazione di rispondere, di essere “mediatico”». Il Signore è consapevole che si sta combattendo una battaglia ultraterrena. «Lui sa che la guerra è tra Dio e il Principe di questo mondo, e che non si tratta di mettere mano alla spada, ma di rimanere calmi, saldi nella fede. È l’ora di Dio. E nell’ora in cui Dio scende in battaglia, bisogna lasciarlo fare. Il nostro posto sicuro sarà sotto il manto della Santa Madre di Dio», colei che ha schiacciato, come dice una celebre preghiera, «[…] tutte le eresie del mondo», pertanto il Papa regala a tutti i presenti una corona del santo rosario.
Lunedì, 15 aprile 2019