di Marco Invernizzi
Una volta le campagne elettorali erano l’occasione per infuocati dibattiti
ideologici, nei quali nessuno ascoltava l’altro ma voleva semplicemente affermare la propria posizione e guadagnare voti. Era l’epoca delle ideologie con i grandi partiti di massa e il pericolo reale che l’ideologia più organizzata a livello internazionale e più intraprendente, il socialcomunismo, potesse veramente accedere anche in Italia nell’area di governo, come peraltro parzialmente accadde fra il 1976 e il 1979 con il “compromesso storico”. Oggi il mondo è profondamente cambiato, anche dal punto di vista politico.
Eppure ci sono ancora le elezioni, come le imminenti europee del 26 maggio. Perché votare ed eventualmente per chi votare, sono domande ricorrenti, soprattutto fra i giovani. Nell’epoca delle ideologie si votava soprattutto per appartenenza e poche erano le incertezze perché più o meno ciascuno si riconosceva in una famiglia ideologica. Oggi nessuno o quasi si riconosce in alcunché e l’incertezza la fa da padrona.
Nonostante tutto credo valga ancora la pena di insistere perché la gente vada comunque a votare. Se il rischio un tempo era di attribuire alla politica una capacità salvifica che non ha mai in nessuna circostanza, oggi il pericolo è rinchiudersi in sé stessi, disprezzando la vita reale che è fatta anche dalle decisioni della politica. Andare a votare costringe a uscire da sé stessi, a interessarsi della realtà e a fare delle scelte.
In questo caso si tratta di elezioni europee e nel suo piccolo Alleanza Cattolica ha cercato di inquadrare il tema Europa con numerosi convegni e conferenze in tutta Italia. Non si tratta di rifiutare il processo di costruzione dell’unità europea, ma di capire quale tipo di unità si vuole costruire e di dare un giudizio su quanto fatto finora da chi questo processo ha guidato portandolo lontano dalle radici dalle quali l’Europa proviene. E soprattutto non bisogna cadere nella trappola di credere che criticare questa Unione Europea e votare per i cosiddetti partiti populisti o sovranisti (chissà poi che cosa realmente significano queste definizioni così di moda), voglia dire volere tornare al nazionalismo che ha provocato le due guerre mondiali.
E allora, concretamente?
Alleanza Cattolica è un’associazione ecclesiale che diffonde la dottrina sociale della Chiesa per favorire la nascita di una cultura che possa costruire una civiltà ispirata al Vangelo e alla legge naturale. Non fiancheggia nessun partito, ma ne giudica i programmi alla luce dei principi fondamentali del bene comune, anzitutto la sacralità della vita, la centralità della famiglia e la libertà di educazione e di religione, quest’ultima ormai minacciata anche in Occidente.
Pertanto l’invito è a scegliere chi votare in base ai programmi dei partiti e alle prese di posizione dei candidati, preferendo quelli che hanno avuto il coraggio almeno di firmare i manifesti per la vita e la famiglia che stanno circolando in queste ore.
Votate la vita e la famiglia, non solo per difendere i più deboli, ma anche per promuovere la “vita buona”, come scrive il card. Angelo Scola, quella che pone Dio nel cuore delle nazioni e senza la quale non esiste la possibilità di realizzare alcun bene per la comunità.
Sabato, 18 maggio 2019