di Michele Brambilla
Il Regina Coeli di Papa Francesco del 26 maggio si apre con un riferimento diretto al Vangelo del giorno: «Il Vangelo di questa VI domenica di Pasqua ci presenta un brano del discorso che Gesù ha rivolto agli Apostoli nell’Ultima Cena (cfr Gv 14,23-29). Egli parla dell’opera dello Spirito Santo e fa una promessa: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26)». In questo modo, «mentre si avvicina il momento della croce, Gesù rassicura gli Apostoli che non rimarranno soli: con loro ci sarà sempre lo Spirito Santo, il Paraclito, che li sosterrà nella missione di portare il Vangelo in tutto il mondo». Il Papa aggiunge una piccola nota lessicale riguardo al vocabolo greco “paralito” (paraclytos). «Nella lingua originale greca, il termine “Paraclito” sta a significare colui che si pone accanto, per sostenere e consolare. Gesù ritorna al Padre, ma continua ad istruire e animare i suoi discepoli mediante l’azione dello Spirito Santo».
Questa vicinanza dello Spirito Santo serve anzitutto a ricordare ciò che Cristo ha detto e fatto nel corso della propria vita terrena. «Nel corso della sua vita terrena, Gesù ha già trasmesso tutto quanto voleva affidare agli Apostoli: ha portato a compimento la Rivelazione divina, cioè tutto ciò che il Padre voleva dire all’umanità con l’incarnazione del Figlio. Il compito dello Spirito Santo è quello di far ricordare, cioè far comprendere in pienezza e indurre ad attuare concretamente gli insegnamenti di Gesù». È in questo che si realizza propriamente la missione della Chiesa.
La Chiesa non riceve lo Spirito come dono che induce solo alla contemplazione del passato o dell’esistente. La terza Persona della SS. Trinità è, infatti, un principio dinamico che “smuove” all’azione: «Il Signore oggi ci invita ad aprire il cuore al dono dello Spirito Santo, affinché ci guidi nei sentieri della storia. Egli, giorno per giorno, ci educa alla logica del Vangelo, la logica dell’amore accogliente, “insegnandoci ogni cosa” e “ricordandoci tutto ciò che il Signore ci ha detto”», come ha sempre fatto la Madonna. «Maria, che in questo mese di maggio veneriamo e preghiamo con devozione speciale come nostra madre celeste», aggiunge il Pontefice, «protegga sempre la Chiesa e l’intera umanità. Lei che, con fede umile e coraggiosa, ha cooperato pienamente con lo Spirito Santo per l’Incarnazione del Figlio di Dio, aiuti anche noi a lasciarci istruire e guidare dal Paraclito, perché possiamo accogliere la Parola di Dio e testimoniarla con la nostra vita» davanti ai nostri contemporanei, che necessitano spesso di essere re-evangelizzati.
Lunedì, 27 maggio 2019