di Michele Brambilla
Come consueto dopo i viaggi apostolici, Papa Francesco dedica l’udienza del 5 giugno a ripercorrere le tappe del recente viaggio in Romania (31 maggio-2 giugno), durante il quale sono avvenute celebrazioni particolarmente importanti e sono stati pronunciati discorsi dalla valenza universale.
Il Papa all’inizio dell’udienza rievoca il “precedente storico” del viaggio di san Giovanni Paolo II. «Nello scorso fine settimana ho compiuto un viaggio apostolico in Romania, invitato dal Signor Presidente e dalla Signora Primo Ministro. Rinnovo ad essi il mio ringraziamento e lo estendo alle altre Autorità civili ed ecclesiastiche e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questa visita. Soprattutto rendo grazie a Dio che ha permesso al Successore di Pietro di ritornare in quel Paese, vent’anni dopo la visita di San Giovanni Paolo II», che avvenne appunto il 7-9 maggio 1999.
Il riferimento non è solo cronologico, ma di sostanza: «Con il Patriarca e il Santo Sinodo della Chiesa Ortodossa Romena abbiamo avuto un incontro molto cordiale, nel quale ho ribadito la volontà della Chiesa Cattolica di camminare insieme nella memoria riconciliata e verso una più piena unità, che proprio il popolo romeno invocò profeticamente durante la visita di San Giovanni Paolo II. Questa importante dimensione ecumenica del viaggio è culminata nella solenne Preghiera del Padre Nostro, all’interno della nuova, imponente cattedrale Ortodossa di Bucarest». Ed aggiunge: «questo è stato un momento di forte valore simbolico, perché il Padre Nostro è la preghiera cristiana per eccellenza, patrimonio comune di tutti i battezzati. Nessuno può dire “Padre mio” e “Padre vostro”; no: “Padre Nostro”, patrimonio comune di tutti i battezzati».
In generale «i diversi incontri hanno evidenziato il valore e l’esigenza di camminare insieme sia tra cristiani, sul piano della fede e della carità, sia tra cittadini, sul piano dell’impegno civile», che nell’agire del cattolico non sono mai disgiunti. La preghiera autentica sostiene e alimenta i tentativi di creare unità tra i cristiani e degli uomini di comprendersi tra loro, impastando di Cielo le realtà terrene. Poiché per il cattolico tutti i “piani” (spirituale, teologico, etico, morale e materiale) rimangono connessi, Francesco conclude l’udienza ricordando che «sabato prossimo, 8 giugno, ricorrerà il quinto anniversario dell’incontro, qui in Vaticano, dei Presidenti di Israele e di Palestina con me e il Patriarca Bartolomeo. Alle ore 13 siamo» quindi tutti «invitati a dedicare “un minuto per la pace” – di preghiera, per i credenti; di riflessione, per chi non crede -: tutti insieme per un mondo più fraterno».
Giovedì, 6 giugno 2019