Di Michele Brambilla
Come ricorda Papa Francesco all’inizio dell’Angelus del 23 giugno, «oggi, in Italia e in altre Nazioni, si celebra la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, il Corpus Domini. Il Vangelo ci presenta l’episodio del miracolo dei pani (cfr Lc 9,11-17) che si svolge sulla riva del lago di Galilea». Nell’episodio citato, «Gesù è intento a parlare a migliaia di persone, operando guarigioni. Sul far della sera, i discepoli si avvicinano al Signore e Gli dicono: “Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo” (v. 12)». Pure gli Apostoli sono sfiniti dalla lunga giornata di predicazione, tuttavia Gesù formula immediatamente l’invito: «“Voi stessi date loro da mangiare”» (Lc 9,13).
Sulle prime i discepoli non comprendono, attardandosi a contare il poco pane e i pochi pesci nella bisaccia, «invece, Gesù invita i suoi discepoli a compiere una vera conversione dalla logica del “ciascuno per sé” a quella della condivisione, incominciando da quel poco che la Provvidenza ci mette a disposizione». Una volta adottata la logica del Maestro, collaborano alla realizzazione del miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Un miracolo, osserva il Papa, che spiega la ragione profonda dell’agire di Cristo: «quel gesto prodigioso non solo rimane come uno dei grandi segni della vita pubblica di Gesù, ma anticipa quello che sarà poi, alla fine, il memoriale del suo sacrificio, cioè l’Eucaristia, sacramento del suo Corpo e del suo Sangue donati per salvezza del mondo» senza misura.
«L’Eucaristia», conferma Francesco, «è la sintesi di tutta l’esistenza di Gesù, che è stata un unico atto di amore al Padre e ai fratelli. Anche lì, come nel miracolo della moltiplicazione dei pani, Gesù prese il pane nelle sue mani, elevò al Padre la preghiera di benedizione, spezzò il pane e lo diede ai discepoli; e lo stesso fece con il calice del vino. Ma in quel momento, alla vigilia della sua Passione, Egli volle lasciare in quel gesto il Testamento della nuova ed eterna Alleanza, memoriale perpetuo della sua Pasqua di morte e risurrezione». Pertanto «la festa del Corpus Domini ci invita ogni anno a rinnovare lo stupore e la gioia per questo dono stupendo del Signore, che è l’Eucaristia». Un dono da non accogliere in maniera abitudinaria. Il Pontefice si permette una breve raccomandazione liturgica: «ogni volta che noi ci accostiamo all’altare per ricevere l’Eucaristia, dobbiamo rinnovare davvero il nostro “amen” al Corpo di Cristo. Quando il sacerdote ci dice “il Corpo di Cristo”, noi diciamo “amen”: ma che sia un “amen” che viene dal cuore, convinto. È Gesù, è Gesù che mi ha salvato, è Gesù che viene a darmi la forza per vivere. È Gesù, Gesù vivo. Ma non dobbiamo abituarci: ogni volta come se fosse la prima comunione».
Lunedì, 24 giugno 2019