Giovanni Cantoni, Cristianità n. 107-108 (1984)
Se «anche le tasse cambiano la morale», urge una politica cattolica che cambi le tasse
Quanto sia penetrato anche nel mondo cattolico italiano uno «tra i più gravi errori del nostro tempo», cioè «la separazione, che si constata in molti, tra la fede che professano e la loro vita quotidiana» (1), e, in particolare, la separazione tra la vita politico-sociale e quella etico-religiosa, si verifica tutte le volte che, di fronte ad accadimenti che interessano la nazione, si pretende di tenere conto, nel giudizio e nell’azione, del gerarchico rapporto tra questi due momenti della esistenza. Immediatamente viene ripetuto lo slogan cattolico-liberale che denuncia una ipotetica confusione tra politica e morale, e si lancia l’accusa di volere coinvolgere inopportunamente la religione – e, quindi, la Chiesa – in un campo caratterizzato da brutture, sinteticamente espresse dalle «vecchie zie» con la formula secondo cui «la politica è una cosa sporca».
Premesso che tra la separazione – dannosissima – e la confusione – ugualmente dannosa – si situa la distinzione, che postula e fonda il corretto rapporto gerarchico, trascrivo, da fonte insospettabile, ciò che il factum, contro il quale non valet argumentum, insegna sulla relazione tra assetto politico-sociale e vita morale, e quindi, religiosa e spirituale.
«In Francia ci si sposa meno, nascono meno bambini, le coppie “aperte” sono in aumento. E la colpa – sostiene una voluminosa indagine consegnata pochi giorni fa al governo – è del sistema fiscale, delle norme giuridiche, dei regolamenti per l’assistenza sociale. Se una “nuova morale” è nata e si è diffusa negli ultimi dieci anni, se i rapporti familiari sono cambiati, la responsabilità non è (non solo, almeno) di un’“aria nuova nell’universo del peccato”.
«Lo studio di Evelyne Sullerot, incaricata dal “Consiglio economico e sociale” di sondare dieci anni di mutamenti e di rivolgimenti della “condizione matrimoniale” in Francia, dimostra che sono i meccanismi sociali, le loro sfasature, a predisporre il cambiamento, a renderlo, probabilmente, necessario. Il sistema fiscale – denuncia il rapporto Sullerot – favorisce il divorziato e il celibe; penalizza la coppia sposata; incoraggia il concubinaggio, unioni libere, bigamia.
«La nuova morale nasce di qui, dice l’indagine; da questo disordine nel sistema normativo. Si adatta al sistema assistenziale. Si accorda alle regole fiscali. Se la Francia del 1984 sembra diventare un Paese di divorziati e celibi (i matrimoni sono diminuiti del 25 per cento l’anno in dieci anni; una coppia su tre divorzia senza più sposarsi); se, nelle giovani generazioni, trenta persone su cento non si sposeranno mai e altre trenta divorzieranno almeno una volta, la responsabilità è di un diritto fiscale invecchiato. È delle “ossessioni individualistiche” dell’assistenza sociale.
«Un esempio, fra tanti. Una coppia sposata con due bambini – e in cui sia l’uomo sia la donna lavorino – ha diritto a sgravi inferiori a quelli di una coppia di concubini con, pure, due figli (i conviventi prendono a carico un figlio per uno, nella dichiarazione dei redditi). Anche nel caso in cui solo l’uomo lavori, la situazione è a sfavore dei “regolari”: le detrazioni, loro, le possono fare una volta soltanto. La coppia in unione libera, inoltre, non paga imposte se uomo e donna sono a salario minimo; le paga, se è sposata: i due salari, in questo caso, si sommano.
«Un paradosso, fra molti. La sicurezza sociale “rimborsa” la bigamia, mentre il diritto civile la proibisce. Per il fisco il concubinaggio non esiste, mentre la società lo ammette, lo fa simile al matrimonio “regolare”. Perché, si chiede il rapporto, i “tre sistemi” – giuridico, fiscale, sociale – non sono avanzati insieme? Perché si contraddicono? “Siamo dei pionieri”, ha detto la signora Sullerot presentando la sua indagine al ministro Dufoix. La parola, adesso, passa allo Stato» (2).
Poiché lo Stato in questione è governato dal socialista François Mitterrand, credo che la sua parola sarà di autocompiacimento per avere prodotto indirettamente – cioè, anche, nascostamente – tante «riforme di struttura» nel già plurisecolarmente devastato corpo sociale francese, attivando un processo che incide sulla società attraverso la fiscalità, senza scoprirsi completamente dal punto di vista giuridico, cioè trasformando nella generale inconsapevolezza un «popolo» in una «massa» (3 ), per poi «ricostruire» gnosticamente questa ultima secondo i moduli di quella socialità artificiale nota con il nome di socialismo.
In attesa che un «rapporto Sullerot» illumini anche lo stato della nazione italiana, colgo la occasione per ricordare la cogente necessità che «i laici, anche mettendo in comune la loro forza, risanino le istituzioni e le condizioni di vita del mondo, se ve ne sono che spingono i costumi al peccato, così che tutte siano rese conformi alle norme della giustizia e, anziché ostacolare, favoriscano l’esercizio delle virtù», «poiché nessuna attività umana, neanche in materia temporale, può essere sottratta al dominio di Dio» (4).
Non aveva già ammonito Pio XII che «dalla forma data alla società, consona o no alle leggi divine, dipende e s’insinua anche il bene o il male nelle anime, vale a dire, se gli uomini, chiamati tutti ad essere vivificati dalla grazia di Cristo, nelle terrene contingenze del corso della vita respirino il sano e vivido alito della verità e della virtù morale o il bacillo morboso e spesso letale dell’errore e della depravazione», invitando i cattolici ad «adempiere ogni dì i comandi di Dio, come individui e come membri della società», «mai […] paghi di quella generale mediocrità pubblica, in cui il comune degli uomini non possa, se non con atti eroici di virtù, osservare i divini precetti, inviolabili sempre e in ogni caso» (5)?
Se, dunque, «anche le tasse cambiano la morale», mi pare non possa certamente essere tacciato di irrealismo o di integralismo chi ipotizza una politica cattolica che cambi le tasse e auspica che nasca chi se ne faccia realizzatore.
Giovanni Cantoni
Note:
(1) CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, n. 43.
(2) In Francia il fisco incita le coppie al concubinaggio. Anche le tasse, dice uno studio, cambiano la morale, in La Stampa, 29-1-1984.
(3) Cfr. PIO XII, Radiomessaggio natalizio ai popoli del mondo intero, del 24-12-1944, in Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, vol. VI, pp. 238-240.
(4) CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium, n. 36.
(5) Cfr. PIO XII, Radiomessaggio commemorativo del cinquantesimo della Rerum novarum, del 1°-6-1941, in Discorsi e Radiomessaggi di Sua Santità Pio XII, vol. III, pp. 109 e 118.