A edificazione dei lituani e di tutti i cattolici
San Casimiro nel V centenario della morte
Ricorrendo il 4 marzo 1984 il 500° anniversario della morte del giovane santo, figlio del re di Lituania e di Polonia, i vescovi lituani della diaspora hanno inviato ai loro fedeli e a tutta la nazione una lettera pastorale per ricordare il patrono principale della loro patria, esempio di straordinaria attualità ed efficacia mentre essa è sottoposta alle «dure condizioni di un regime spietato», quello socialcomunistico. Il testo è trascritto da pro fratribus, anno 14, n. 3, marzo 1984, pp. 23-26. Il titolo è redazionale.
Cari Fratelli e Sorelle in Cristo!
«Ti proclamino, Dio, tutte le tue opere e i tuoi fedeli ti adorino» (Sal. 145, 10) dice l’ispirato autore della Sacra Scrittura. I santi sono i riflessi della perfezione di Dio e del suo amore. Essi si possono paragonare a delle indicazioni stradali luminose quando la debolezza e l’errore oscurano la vita dell’uomo; costituiscono esempi di una vita cristiana degna dell’uomo.
Una tale indicazione luminosa è per la nazione lituana quella rappresentata dal suo figlio più illustre, San Casimiro, morto il 4 marzo 1484 all’età di appena 24 anni. Tutta la Chiesa, e particolarmente la nazione lituana, celebreranno pertanto quest’anno il 500° anniversario della sua morte. Papa Urbano VIII proclamò nel 1636 San Casimiro Patrono della Lituania, mentre il Pontefice Pio XII lo designò nel 1948 patrono della gioventù di origine lituana in tutto il mondo.
La nazione lituana accolse la dottrina di Cristo – entrando con il battesimo nella schiera delle nazioni della Chiesa d’Occidente – soltanto verso la fine del secolo XIV. Nel periodo in cui visse San Casimiro il cristianesimo in Lituania era ancora una acquisizione recente. Pertanto, l’opera di San Casimiro – figlio del re di Lituania e di Polonia -, il suo esempio di vita e le sue eroiche virtù hanno avuto un’importanza fondamentale non soltanto per la diffusione del cristianesimo in Lituania, ma anche per la sua vitalità.
Situata al crocevia di conflitti militari, politici e religiosi tra Oriente ed Occidente nei secoli XII-XVII ed essendo allora la Lituania un gran Stato, essa costituì non di rado il baluardo invalicabile dell’Europa Occidentale contro i pericoli provenienti da Oriente. Coinvolta in tali avvenimenti, essa ebbe molto a patire fino a che, verso la fine del secolo XVIII, la Lituania perse la propria indipendenza, situazione che si protrasse fino al 1918.
Durante tale periodo sulla nazione e sulla Chiesa Cattolica lituana si abbatterono molte e gravi sventure: un immenso numero dei suoi migliori figli e figlie perì in Russia o in Siberia e, nella stessa Lituania, essi soffrirono al punto che la Nazione si guadagnò l’attributo di «Paese delle Croci».
Tuttavia la Lituania non solo non perì, ma, rimanendo fedele a Dio e alla Santa Sede di Pietro, uscì invitta dalla terribile prova. La illuminava l’esempio di San Casimiro, giovane puro, particolarmente devoto a Maria, totalmente dedito ai poveri. Il suo esempio ha avuto un tale peso sulla nazione lituana che essa, per la devozione del suo popolo, manifestatasi con le più svariate forme di venerazione della Madonna, ebbe a conquistarsi l’appellativo di «Terra di Maria».
Perfino nei periodi più difficili, allorché il governo zarista della Russia ostacolava la preparazione dei sacerdoti, chiudeva e distruggeva le case religiose, la Lituania ebbe tuttavia sempre un sufficiente numero di propri sacerdoti, mentre nel paese si costituirono numerose comunità religiose segrete. E, non soltanto coloro che vivevano in Lituania, ma persino i lituani deportati in Russia svolgevano colà la propria missione apostolica.
I lituani emigrati in America furono portatori di una tale spiritualità al punto che essi, pur nelle loro misere condizioni, crearono parrocchie, costruirono chiese, formarono centinaia di giovani sacerdoti, fondarono comunità religiose, istituirono associazioni scegliendo generalmente San Casimiro quale loro patrono.
E anche oggi, nel Paese occupato dallo straniero, nelle dure condizioni di un regime spietato, i cattolici della Lituania si distinguono per il coraggio, per il fervore, per la ferma volontà di rimanere fedeli a Dio e alla Chiesa. Vi sono in Lituania più vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa che in qualsiasi altro paese del mondo libero. Tutto il mondo sa che centinaia di migliaia di lituani sono morti nelle carceri, nei lagers di lavoro schiavista della Siberia per le loro convinzioni cristiane, in difesa della libertà e degli altri diritti dell’uomo. Quelli rimasti in Lituania lottano per gli stessi diritti. I nomi e le opere dei tanti che hanno lottato e sono santamente morti non verranno forse mai ascritti nell’albo dei santi proclamati dalla Chiesa, ma i loro nomi di martiri e di confessori saranno certamente registrati nel libro del Signore.
Nel celebrare la ricorrenza del quinto centenario della morte di San Casimiro ricordiamoci del passato e del presente della nazione lituana, al fine di comprendere quale importanza abbiano avuto ed abbiano tuttora per la vita religiosa in Lituania la vita e le virtù di questo santo giovane, virgulto dei sovrani della Lituania.
Oggi, allorché è in atto nel mondo una lotta aperta da parte dell’ateismo materialista contro la religione, particolarmente contro il cristianesimo, mentre incombe sull’umanità il pericolo derivante da una concezione materialistica della vita e dallo sfruttamento del progresso scientifico per dare la morte all’uomo – adulto o non ancora nato -; quando non viene più esaltata la purezza di vita, ma viene giustificata quella immorale, sforziamoci di aiutare l’umanità ad opporsi a tali concezioni errate. Rendiamoci più coscienti e prestiamo maggiore ascolto alla voce della Chiesa che ci invita a rivolgere lo sguardo ai valori spirituali.
Che il prossimo 1984 sia l’anno di San Casimiro non solo per la nazione lituana, ma per tutto il mondo cristiano. Nel corso di tale anno sforziamoci di conoscere meglio San Casimiro, cerchiamo di amare lui e le virtù da lui praticate. Sul suo esempio, invochiamo la protezione di Maria Santissima sulla nazione lituana, mentre per la nostra vita personale chiediamo la concordia, la costanza e il coraggio di lottare per la libertà della nazione lituana e per quegli ideali che sono propri di tutta l’umanità, cioè la libertà di credere di professare la propria fede e di godere dei fondamentali diritti dell’uomo.
Cerchiamo perciò di celebrare il 500° anniversario del patrono della Lituania e della sua gioventù il più solennemente possibile. Venga quest’anno ricordato in ogni angolo della terra ovunque viva gente di origine lituana, per il nostro personale rinnovamento e per quello della nostra nazione, nonché per la elevazione morale.
San Casimiro, proteggi la tua nazione e intercedi per noi presso il Signore!
Sempre con Voi in Cristo, nell’amore di Dio e della Patria:
† Povilas Marcinkus
Arcivescovo
† Kazimieras Charles Salatka
Arcivescovo
† Jonas Bulaitis
Arcivescovo
† Vincentas Brizgys
Vescovo
† Antanas Deksnys
Vescovo