Datata 29 agosto 1987 (sic), con il titolo La Lettre de Mgr Lefebvre aux futurs éveques è comparsa in Econe 1988: Dossier sur les Consecrations Episcopales, Imprimerie Séminaire Saint Pie X, s.l. e s.d. ma Econe giugno 1988, pp. 1-2. La traduzione e la nota sono redazionali.
Lettera di mons. Marcel Lefebvre ai futuri vescovi
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Adveniat Regnum tuum
Ai Reverendi Williamson, Tissier de Mallerais, Fellay e de Galarreta.
Carissimi amici,
Poiché la cattedra di Pietro e i posti di responsabilità di Roma sono occupati da anticristi, la distruzione del Regno di Nostro Signore prosegue rapidamente anche all’interno del suo Corpo mistico quaggiù, specialmente attraverso la corruzione della santa Messa, splendida espressione del trionfo di Nostro Signore per mezzo della Croce: «Regnavit a ligno Deus», e fonte d’espansione del suo Regno nelle anime e nelle società.
Appare così evidente l’assoluta necessità della permanenza e della continuazione dell’adorabile sacrificio di Nostro Signore perché «venga il suo Regno».
La corruzione della santa Messa ha portato alla corruzione del sacerdozio e al decadimento universale della fede nella divinità di Nostro Signore Gesù Cristo.
Dio ha suscitato la Fraternità Sacerdotale San Pio X per la conservazione e la perpetuazione del suo sacrificio glorioso ed espiatorio nella Chiesa. Si è scelto veri sacerdoti istruiti e convinti di questi divini misteri. Dio mi ha fatto la grazia di preparare questi leviti e di conferire loro la grazia sacerdotale perché continui il vero sacrificio, secondo la definizione del Concilio di Trento.
Questo ci ha valso la persecuzione da parte della Roma anticristica. Poiché questa Roma, modernista e liberale, prosegue la sua opera distruttrice del Regno di Nostro Signore come lo provano Assisi e la conferma delle tesi liberali del Vaticano II sulla libertà religiosa, mi vedo costretto dalla divina Provvidenza a trasmettere la grazia dell’episcopato cattolico che ho ricevuto, affinché continuino a sussistere la Chiesa e il sacerdozio cattolico per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Perciò, convinto di fare solamente la santa Volontà di Nostro Signore, con questa lettera sono a chiedervi di accettare di ricevere la grazia dell’episcopato cattolico, come l’ho già conferita ad altri sacerdoti in altre circostanze.
Vi conferirò questa grazia fiducioso che quanto prima la Sede di Pietro sarà occupata da un successore di Pietro perfettamente cattolico nelle cui mani potrete deporre la grazia del vostro episcopato perché la confermi.
Il fine principale di questa trasmissione è di conferire la grazia dell’ordine sacerdotale per la continuazione del vero Sacrificio della santa Messa, e per conferire la grazia del sacramento della cresima ai fanciulli e ai fedeli che ve la chiedono.
Vi scongiuro di restare legati alla Sede di Pietro, alla Chiesa Romana, Madre e Maestra di tutte le Chiese, nella fede cattolica integrale, espressa nei simboli della fede, nel catechismo del Concilio di Trento, in conformità con quanto vi è stato insegnato nel vostro seminario. Rimanete fedeli nella trasmissione di questa fede perché venga il Regno di Nostro Signore.
Infine, vi scongiuro di rimanere legati alla Fraternità Sacerdotale San Pio X, di rimanere profondamente uniti fra di voi, sottomessi al suo Superiore Generale, nella fede cattolica di sempre, ricordandovi di questo passo di san Paolo ai galati (I, 8.9) «Sed licet nos, aut angelus de caelo evangelizet vobis praeterquam quod evangelizavimus vobis, anathema sit. Sicut praediximus et nunc iterum dico: si quis vobis evangelizaverit praeter id quod accepistis, anathema sit» (1).
Carissimi amici, siate la mia consolazione in Cristo Gesù, restate forti nella fede, fedeli al vero Sacrificio della Messa, al vero e santo Sacerdozio di Nostro Signore per il trionfo e la gloria di Gesù in Cielo e sulla terra, per la salvezza delle anime, per la salvezza della mia anima.
Nei Cuori di Gesù e di Maria vi abbraccio e vi benedico. Vostro Padre in Cristo Gesù
+ Marcel Lefebvre
nella festività di sant’Agostino, 28 agosto 1987
Nota:
(1) «Ma anche se noi stessi o un angelo del cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema. L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto. sia anàtema».