Di Michele Brambilla
Quest’anno l’8 dicembre cade di domenica. Le regole liturgiche obbligherebbero a celebrare la Messa della corrispettiva domenica di Avvento, ma la Congregazione del Culto divino ha emesso nei giorni scorsi l’apposito decreto dispensativo e pertanto Papa Francesco può serenamente esordire all’Angelus ricordando che «oggi celebriamo la solennità di Maria Immacolata, che si colloca» comunque «nel contesto dell’Avvento, tempo di attesa: Dio compirà ciò che ha promesso».
Tuttavia, «[…] nell’odierna festa ci è annunciato che qualcosa è già compiuto, nella persona e nella vita della Vergine Maria». Il concepimento immacolato della Vergine è, infatti, un privilegio ab origine, come spiega anche il Papa: «[…] la sua immacolata concezione ci porta a quel preciso momento in cui la vita di Maria cominciò a palpitare nel grembo di sua madre: già lì era presente l’amore santificante di Dio, preservandola dal contagio del male che è comune eredità della famiglia umana».
Nella pagina evangelica assegnata alla solennità (cfr. Lc 1, 26-38 nel rito romano e Lc 1, 26-28 in quello ambrosiano) «Maria», dice Francesco, «non si perde in tanti ragionamenti, non frappone ostacoli al Signore, ma con prontezza si affida e lascia spazio all’azione dello Spirito Santo», che ha già operato in lei meraviglie inimmaginabili. «Così, corrispondendo perfettamente al progetto di Dio su di lei, Maria diventa» ancora di più «la “tutta bella”, la “tutta santa”, ma senza la minima ombra di autocompiacimento. È umile» e chiede a noi di avere altrettanta fides (fede/fiducia).
«Mi piace anche sottolineare», prosegue il Pontefice, «la parola con cui Maria si definisce nel suo consegnarsi a Dio: si professa “la serva del Signore”. Il “sì” di Maria a Dio assume fin dall’inizio l’atteggiamento del servizio, dell’attenzione alle necessità altrui», che poi è il modo del tutto naturale con il quale persino noi peccatori manifestiamo il nostro affetto e la nostra gratitudine nei confronti degli altri. «Tutto questo senza clamori e ostentazioni», prosegue il santo Padre, «senza cercare posti d’onore, senza pubblicità, perché la carità e le opere di misericordia non hanno bisogno di essere esibite come un trofeo», altrimenti si trasformerebbero in un atto di superbia.
«Le opere di misericordia», ammonisce il Papa, «si fanno in silenzio, di nascosto, senza vantarsi di farle. Anche nelle nostre comunità, siamo chiamati a seguire l’esempio di Maria, praticando lo stile della discrezione e del nascondimento» evangelici, che non corrispondono affatto al laicista “chiudetevi in sacrestia”, quanto allo scritturale «Non a noi, Signore, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria, per la tua fedeltà, per la tua grazia» (Sal 114,1). Il Bene va annunciato eccome, ma nella maniera conforme al messaggio da trasmettere, come fece la Madonna stessa al cospetto della cugina Elisabetta (cfr. Lc 1, 39-56), ricordando anche in quell’occasione che il merito è sempre del Signore.
Lunedì, 9 dicembre 2019