di Francesca Morselli
Per riflettere sul mistero della venuta di Cristo, esiste un quadro esposto al Museo del Louvre di Parigi, ma poco conosciuto, così come poco conosciuto è il suo autore: George de la Tour. Pittore francese nato e vissuto in Francia nella prima metà del 1600, La Tour è stato influenzato senz’altro dall’originalità atmosferica e luminosa di Caravaggio (Michelangelo Merisi, 1571-1610). Le opere dell’artista francese si caratterizzano per la grande maestria nel controllo delle fonti di luce, una delle sue caratteristiche salienti. La Tour ambientava spesso le opere in interni illuminati da una semplice candela, tecnica assai praticata nei primi decenni del secolo XVII secolo in Italia e poi diffusosi in tutta Europa.
Il suo quadro Adorazione dei pastori, del 1644, mostra una scena spesso ripetuta nell’arte, la Natività. Tuttavia lo spettatore non vi trova la capanna, il bue e l’asinello e gli angeli, ma solo cinque figure rappresentate in primissimo piano in un’ambientazione notturna. L’atmosfera è intima, i colori sono caldi e la luce illumina i personaggi disposti a semicerchio attorno al Bambino Gesù. Il Bimbo dorme al centro della rappresentazione, avvolto da fasce strette fasce, le stesse con cui verrà poi deposto dalla Croce. Al suo fianco, infatti, un agnello ricorda il sacrificio pasquale.
Eretta come una scultura, eppure morbida e tenera proprio come una madre, Maria è raffigurata sulla sinistra, le mani giunte in adorazione del Figlio divino, lo sguardo grave e pensoso di chi medita nella quiete del proprio cuore il compiersi del prodigio annunciato. Ma rivolge lo sguardo altrove, come se vedesse il proprio futuro.
I tre pastori sono chini sulla mangiatoia con gli strumenti di lavoro e un flauto, laddove una donna porge un piatto (forse di minestra) alla puerpera come per voler anticipare i doni che porteranno i re Magi.
Sulla destra un Giuseppe anziano dallo sguardo incredibilmente tenero regge la candela. Con la mano copre la luce della fiamma alla vista dello spettatore per non distoglierne lo sguardo dalla luce vera che emana il Bambino Gesù. Fissa lo sguardo su quel neonato di cui è padre putativo, stupito per ciò che sta accadendo, ma sinceramente e intimamente lieto, come quella scintilla nei suoi occhi rivela.
L’Adorazione dei pastori, di grande sobrietà compositiva e di straordinaria efficacia espressiva, porta chi lo ammira dentro al mistero in maniera leggera e intima, facendo partecipare all’evento come se la propria presenza davanti al quadro chiudesse simbolicamente il semicerchio dipinto.
Sabato, 21 dicembre 2019