Da Avvenire del 06/02/2020
Squillace
Nei giorni scorsi l’arcivescovo di Catanzaro- Squillace, Vincenzo Bertolone, ha avviato la prima sessione dell’inchiesta diocesana del processo di beatificazione di Flavio Aurelio Magno Cassiodoro, senatore, letterato e storico dell’epoca romana. La solenne apertura è avventa nell’archivio storico diocesano di Squillace, terra che vide nascere e morire Cassiodoro tra gli anni 485-580. Come membri del Tribunale per l’istruzione del processo erano presenti don Massimo Cardamone, postulatore della causa, padre Pasquale Pitari, giudice delegato, don Stephen Achilihu, promotore di giustizia, don Davide Riggio, notaio attuario, e don Giovanni Scarpino, cancelliere arcivescovile, che ha dato lettura del decreto e del verbale della prima sessione.
Non solo alcuni pronunciamenti dei pontefici Pio XII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che hanno arricchito la bibliografia, ma anche diverse iniziative culturali e istituzionali hanno fatto emergere in questi ultimi decen- ni la grandezza umana e spirituale di Cassiodoro, che svolse la sua attività ammini-strativa in un periodo di grande crisi politica e sociale dell’Impero romano. Ritiratosi nei suoi possedimenti a Squillace, fondò le comunità monastiche del “Vivarium” di vita cenobitica e del “Castellense” di vita eremitica, i cui monaci, allo stile classico della vita religiosa aggiunsero lo scopo della copia- tura, conservazione, trascrizione e studio dei manoscritti antichi sia cristiani sia classici.
In questi secoli tante le testimonianze di fama di santità sul servo di Dio, con tracce anche dal punto di vista artistico come quella conservata nel Duomo di Palermo su un mosaico che lo raffigura con la scritta “Sanctus Cassiodorus”. «L’apertura della causa – ha detto Bertolone – rappresenta un “doveroso risarcimento”, da parte di noi contemporanei, a uno dei grandi protagonisti della storia spirituale cristiana meridionale, distintosi sia in campo culturale e politico, sia in campo biblico, teologico e, come ben si dice oggi, di inculturazione della fede cristiana, quale possibile fermento positivo nei gorghi delle varie e diverse tendenze culturali del contesto». Tra i presenti all’evento l’arcivescovo emerito Antonio Cantisani, che ha curato la traduzione italiana del commento ai Salmi di Cassiodoro, e don Antonio Tarzia, paolino, presidente dell’associazione culturale “Cassiodoro” e promotore dell’omonimo Premio nazionale.
Foto da articolo