Da Avvenire del 26/02/2020
Altre vittime dell’estremismo religioso in Pakistan, un cristiano ucciso e tre feriti in due diversi episodi criminali. Il primo, l’uccisione di un noto attivista per i diritti umani, impegnato in attività politica nella provincia del Punjab come leader delle minoranze nel partito Jamiat Ulema-ul-Islam ma anche tra gli organizzatori del movimento politico cristiano Pakistan Christian Congress.
Il corpo del 55enne Akram Waqar Gill è stato ritrovato in un canale a Pakpattan, nel Punjab il 21 febbraio, il giorno dopo la scomparsa durante una visita a un nipote. La polizia sta indagando sull’uccisione, che potrebbe anche essere stata motivata dal denaro che Gill aveva con sé quando ha lasciato l’abitazione del congiunto, ma finora non sono emersi possibili responsabili. Nazir S. Bhatti, presidente del Pakistan Christian Congress, ha chiesto alla polizia ma anche al premier Imran Khan che vengano identificati i colpevoli, anche come segnale verso la comunità cristiana colpita da questo delitto.
Una minoranza già colpita dall’attacco a una piccola enclave cristiana di Sahiwal, pure nel Punjab. Qui, nel tentativo di impedire la distruzione di una chiesa in costruzione, tre cristiani – figli del proprietario del terreno concesso per il luogo di culto – sono stati feriti gravemente da colpi di pistola e armi da taglio da musulmani in disaccordo sulla concessione del terreno necessario. Dopo una prima scaramuccia, la polizia, intervenuta su richiesta dei cristiani, aveva arrestato i musulmani Muhammad Akram e Muhammad Liaqat ritenuti istigatori dell’aggressione, ma i due erano stati rilasciati su cauzione come alcuni cristiani accusati dagli avversari di avere provocato i disordini. Dopo il rilascio gli islamici hanno cercato di demolire quanto già edificato e hanno attaccato Gulzar Masih e i figli intervenuti per fermarli.
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