di Michele Brambilla
Come annuncia Papa Francesco al Regina Coeli del 17 maggio, «in alcuni Paesi sono riprese le celebrazioni liturgiche con i fedeli; in altri se ne sta valutando la possibilità; in Italia, da domani si potrà celebrare la Santa Messa con il popolo» nel rispetto del protocollo d’intesa fra lo Stato italiano e la Conferenza Episcopale Italiana firmato il 7 maggio. La prima celebrazione pubblica dopo 85 giorni avviene in una data particolare: il Pontefice ricorda, infatti, che «domani ricorre il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II (1920-2005), a Wadowice, in Polonia». Karol Josef Wojtyla nacque, infatti, il 18 maggio 1920 in una famiglia intensamente cattolica, di cui è stato avviato il processo di beatificazione. «Lo ricordiamo con tanto affetto e tanta riconoscenza. Domani mattina», avvisa Papa Bergoglio, «alle 7, celebrerò la Santa Messa, che sarà trasmessa in tutto il mondo, all’altare dove riposano le sue spoglie mortali. Dal Cielo egli continui a intercedere per il Popolo di Dio e la pace nel mondo».
Coincidenza vuole che la pagina di Vangelo assegnata alla VI domenica di Pasqua spieghi esattamente il rapporto tra la fede e le opere: «Il Vangelo di questa domenica (cfr Gv 14,15-21)», infatti, «presenta due messaggi: l’osservanza dei comandamenti e la promessa dello Spirito Santo». Come osserva il Santo Padre, «Gesù lega l’amore per Lui all’osservanza dei comandamenti, e su questo insiste nel suo discorso di addio», pronunciato nel Cenacolo alla vigilia della Passione. «È un amore gratuito quello di Gesù», ma «[…] vuole che questo suo amore gratuito diventi la forma concreta della vita tra di noi: questa è la sua volontà».
«Per aiutare i discepoli a camminare su questa strada, Gesù promette che pregherà il Padre di inviare “un altro Paraclito” (Gv 14,16), cioè un Consolatore, un Difensore che prenda il suo posto e dia loro l’intelligenza per ascoltare e il coraggio per osservare le sue parole. Questo», specifica il Pontefice, «è lo Spirito Santo, che è il Dono dell’amore di Dio che discende nel cuore del cristiano. Dopo che Gesù è morto e risorto, il suo amore è donato a quanti credono in Lui e sono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo». Lo Spirito agisce, quindi, attraverso i sacramenti e ci rende testimoni della Grazia ricevuta. L’anima del cattolico senza i sacramenti inaridisce come una foglia senza linfa: comprendiamo allora quale dono immenso sia poter tornare a celebrarli nelle nostre chiese, nutrendo sensibilmente i fedeli con il Corpo e il Sangue di Cristo. Il Papa rivolge allora un pensiero ai bambini che in queste settimane di quarantena avrebbero dovuto ricevere la Prima Comunione: «nel mese di maggio, in tante parrocchie è tradizione celebrare le Messe di Prima Comunione. Chiaramente, a causa della pandemia, questo bel momento di fede e di festa è stato rimandato. Perciò desidero inviare un pensiero affettuoso ai bambini e alle bambine che avrebbero dovuto ricevere per la prima volta l’Eucaristia», perché non si scoraggino e pregustino il giorno nel quale riceveranno il SS. Sacramento con la dovuta solennità.
Francesco richiama anche l’inizio della «Settimana Laudato si’, che finirà domenica prossima, nella quale si ricorda il quinto anniversario della pubblicazione dell’Enciclica» che guida l’azione dei cattolici nel campo ambientale.
Lunedì, 18 maggio 2020