di Michele Brambilla
«Oggi che la piazza è aperta», esclama con gioia Papa Francesco, affacciandosi per il Regina Coeli del 31 maggio, il primo dopo molte settimane recitato integralmente dalla finestra del Palazzo apostolico, «possiamo tornare» a riempire San Pietro, ad ascoltare dal vivo le parole del Vicario di Cristo. Il quale sottolinea con forza che proprio «oggi celebriamo la grande festa di Pentecoste, nel ricordo dell’effusione dello Spirito Santo sulla prima Comunità cristiana».
Un’effusione che aveva uno scopo ben preciso: «il Vangelo odierno (cfr Gv 20,19-23) ci riporta alla sera di Pasqua e ci mostra Gesù risorto che appare nel Cenacolo, dove si sono rifugiati i discepoli. Avevano paura. “Stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”” (Gv 20,19)», sollevandoli da ogni timore e donando loro la facoltà di rimettere i peccati. «Non dimenticatevi», ammonisce il Papa: «Gesù non si stanca mai di perdonare. Siamo noi che ci stanchiamo di chiedere perdono».
«Perdonando e radunando attorno a sé i discepoli, Gesù fa di essi una Chiesa, la sua Chiesa, che è una comunità riconciliata e pronta alla missione». Il Santo Padre ripete le parole: «riconciliata e pronta alla missione. Quando una comunità non è riconciliata, non è pronta alla missione: è pronta a discutere dentro di sé», ma non a proiettarsi all’esterno. È l’errore che compiono molti cattolici, ma «l’incontro con il Signore risorto capovolge l’esistenza degli Apostoli e li trasforma in coraggiosi testimoni» della Sua parola.
«E proprio per animare la missione», rimarca il Pontefice, «Gesù dona agli Apostoli il suo Spirito». «Lo Spirito Santo», infatti, «è fuoco che brucia i peccati e crea uomini e donne nuovi; è fuoco d’amore con cui i discepoli potranno “incendiare” il mondo, quell’amore di tenerezza che predilige i piccoli, i poveri, gli esclusi». I fedeli lo ricevono attraverso i sacramenti del Battesimo e della Cresima: «Egli dona anche a noi il coraggio di uscire fuori dalle mura protettive dei nostri “cenacoli”, dei gruppetti, senza adagiarci nel quieto vivere o rinchiuderci in abitudini sterili. Eleviamo», allora, «il nostro pensiero a Maria. Lei era lì, con gli Apostoli, quando è venuto lo Spirito Santo, protagonista con la prima Comunità dell’esperienza mirabile della Pentecoste, e preghiamo Lei perché ottenga per la Chiesa l’ardente spirito missionario».
Il Papa ricorda che giusto «sette mesi fa si concludeva il Sinodo Amazzonico; oggi, festa di Pentecoste, invochiamo lo Spirito Santo perché dia luce e forza alla Chiesa e alla società in Amazzonia, duramente provata dalla pandemia». Ricorda anche che «oggi in Italia si celebra la Giornata Nazionale del Sollievo, per promuovere la solidarietà nei confronti dei malati». Di fronte alle sfide che attendono l’Italia e il mondo con l’attenuarsi della pandemia, il Papa avverte che «abbiamo tanto bisogno della luce e della forza dello Spirito Santo! Ne ha bisogno la Chiesa, per camminare concorde e coraggiosa testimoniando il Vangelo. E ne ha bisogno l’intera famiglia umana, per uscire da questa crisi più unita e non più divisa. Voi sapete che da una crisi come questa non si esce uguali, come prima: si esce o migliori o peggiori. Che abbiamo il coraggio di cambiare, di essere migliori, di essere migliori di prima e poter costruire positivamente la post-crisi della pandemia».
Lunedì, primo giugno 2020