Di Vladimir Rozanskij da AsiaNews del 26/06/2020
Mosca (AsiaNews) – Sono iniziate ieri le votazioni per le modifiche costituzionali, dopo la grande parata del 24 giugno. Le votazioni dovevano tenersi il 22 aprile scorso, ma sono state ritardate a causa della quarantena per il Covid-19. La nuova costituzione rafforzerà il regime putiniano nella tempistica, nell’architettura istituzionale e nella sottolineatura dei principi morali della nazionale russa. Si prevedeva un plebiscito; ora ci si accontenterà di una media partecipazione degli elettori, senza comunque mettere in dubbio i risultati.
Nonostante gli sforzi degli organizzatori, la parata della Vittoria si è svolta in tono minore. Senza folle esultanti, i carri con armi e trofei sono sfilati davanti al palco con il presidente Putin (anche se molti sospettano che fosse un sosia) e pochi rappresentanti dei Paesi amici, oltre a un gruppo di veterani. Sulla piazza e nelle strade circostanti erano disposti robusti corpi di militari schierati. La paura della pandemia ha tenuto lontano la popolazione a Mosca, e nelle poche città dove si è svolta un’analoga cerimonia. La giornata è stata anche funestata dalla morte per coronavirus del Gran Lama buddista della regione di Tuva, Jampel Lodoj (Sata Alysh-oola Shuurakainovich, foto 2), 44 anni, che lottava contro l’infezione dal 10 giugno, quando era stato ricoverato in terapia intensiva.
Molti osservatori hanno lamentato l’assenza alla parata del patriarca di Mosca Kirill (Gundjaev), ma il portavoce patriarcale Vladimir Legojda ha smentito la notizia, confermando che “il patriarca ha partecipato alla parata tra gli ospiti d’onore, secondo tradizione, benedicendo le forze armate che hanno necessità dell’assistenza della Chiesa; perché non sia apparso nelle riprese televisive, bisogna chiederlo a chi ha organizzato la trasmissione”. In realtà il patriarca si è presentato all’inizio del corteo in posizione defilata, per poi assentarsi quasi subito.
Kirill ha comunque espresso subito il suo voto favorevole per le modifiche costituzionali, collegandosi al seggio dalla sua residenza protetta alla periferia di Mosca. Le votazioni sono infatti possibili sia on-line che ai seggi, e la commissione elettorale assicura l’impossibilità tecnica di brogli. Un giornalista di Dozhdja, Pavel Lobkov, ha votato due volte, una da casa e una al seggio, ma è stato chiarito che “sarà considerato soltanto il voto on-line”. In alcuni seggi, peraltro, si è registrato per il voto on-line un numero maggiore di elettori di quanto risultasse dalle liste anagrafiche. I seggi saranno aperti tutti i giorni fino al 1° luglio dalle 8.00 alle 20.00, e on-line dalle 10.00 alle 20.00.
Il patriarca di Mosca ha spiegato che le modifiche proposte hanno “una visione complessiva dal significato molto profondo, che avrà importanti conseguenze per la vita spirituale e morale del popolo”. Egli in particolare ha lodato l’inserimento di Dio nella costituzione, perché si tratta di “un valore assoluto, senza il quale è impossibile scegliere tra il bene e il male”. Inoltre la nuova costituzione stabilisce la “continuità ereditaria della Russia contemporanea con la sua storia, noi non veniamo dal nulla”. Diversi vescovi russi hanno apertamente invitato a votare a favore delle modifiche “per Dio e per Putin”, e “per il migliore dirigente della storia del nostro Paese”, come ha affermato il vescovo Pankratij (Zherdev), superiore del monastero di Valaam.
La nuova costituzione prevede “l’azzeramento” dei conteggi nelle cariche, quindi Putin potrà ripresentarsi nel 2024 come per la prima volta per due mandati consecutivi; se sfrutterà fino in fondo questa possibilità rimarrà in carica fino al 2036, quando avrà 84 anni, superando il periodo di “regno” di Stalin e mettendosi sullo stesso piano di Ivan il Terribile e Pietro il grande, che salirono al trono da bambini. Un nuovo articolo, il n.92, garantisce peraltro al presidente dimissionario o a fine mandato la totale immunità da qualunque forma di procedura civile o penale nei suoi confronti; Putin potrà quindi ritirarsi quando vorrà, magari conservando la carica di presidente del nuovo “Consiglio Federale” che controllerà gli “organi di forza”, i servizi speciali e militari.
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