Da AsiaNews del 30/06/2020
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il governo cinese sta conducendo una campagna di sterilizzazioni forzate nel Xinjiang per controllare la crescita della popolazione di origine uigura. È quanto emerge da un rapporto pubblicato ieri da Adrian Zenz, il ricercatore tedesco che per primo aveva rivelato l’esistenza nella regione di campi di internamento per gli uiguri.
Secondo i dati prodotti da Zenz, confermati poi dalle Nazioni Unite, oltre un milione di uiguri (su una popolazione di quasi 10 milioni) e altre minoranze turcofone di fede islamica sono detenuti in modo arbitrario nello Xinjiang, che la locale popolazione chiama “Turkestan orientale”.
Il lavoro di Zenz si basa su dati ufficiali, documenti governativi e testimonianze dirette. Il ricercatore tedesco sostiene che le autorità di Pechino obbligano le donne uigure a interventi chirurgici di sterilizzazione o a cure per bloccare il ciclo mestruale. Se si rifiutano di abortire per rispettare i limiti di due figli per famiglia, esse sono rinchiuse nei campi di internamento. Gli amministratori locali, soprattutto nelle aree rurali, sottopongono le uigure in età fertile a controlli ginecologici obbligatori.
A conferma del suo studio, Zenz fa notare che nel 2017 e nel 2018 il tasso di crescita della popolazione uigura è stato inferiore alla media di quella di etnia han, maggioritaria in Cina. Per l’analista tedesco, la Cina sta portando avanti un “genocidio demografico” nello Xinjiang.
Sulla base di quanto riportato da Zenz, l’Alleanza interparlamentare sulla Cina, un gruppo informale di legislatori statunitensi, europei e di altri Paesi occidentali, ha chiesto ieri un’indagine internazionale per verificare se Pechino è responsabile di crimini contro l’umanità e genocidio nello Xinjiang.
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