Di Guido Santevecchi dal Corriere Della Sera del 02/07/2020
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
PECHINOProtestano gli Stati Uniti, che minacciano sanzioni contro i dirigenti di Pechino e isolamento commerciale per Hong Kong. Lancia accuse sdegnate il Regno Unito, antica potenza coloniale che ora promette tre milioni di passaporti britannici agli hongkonghesi che volessero fuggire. Denuncia il colpo di mano l’Ue, che prospetta «conseguenze negative per la Cina» e intanto insegue un accordo commerciale, sempre con la Cina.
Hong Kong è cinese. Ma la sua gente non voleva essere normalizzata secondo la legge di sicurezza di Pechino. «È una violazione flagrante della dichiarazione congiunta sulla restituzione di Hong Kong, un trattato registrato dall’Onu», dice alla Bloomberg Tv da Oxford Chris Patten, 28° e ultimo governatore britannico di Hong Kong. Il Lord conservatore dice con amarezza che la Legge di sicurezza nazionale è una forzatura, perché Hong Kong aveva ereditato norme di common law britannico sufficienti a combattere sedizione e terrorismo. «Ora entra in vigore “Un Paese un sistema”, in violazione degli accordi che volevano la City autonoma fino al 2047 — aggiunge Patten —. Neanche la governatrice Carrie Lam ha potuto leggere in anticipo i termini della legislazione imposta al suo territorio, situazione pazzesca».
Lord Patten è stato l’uomo che ha ripiegato la Union Jack e l’ha riportata a Londra, 23 anni fa. Pianse, quella notte piovosa dell’1 luglio 1997, mentre assisteva alla cerimonia finale. Intorno a lui funzionari della Repubblica popolare cinese che il Principe Carlo, presente, definì nel suo diario «statue di cera vestite di nero». Lord Patten versò molte lacrime (anche di coccodrillo, perché per 156 anni i governatori vennero designati a Londra, non eletti dai sudditi della colonia di Sua maestà) ma ha un senso dell’humour britannico. E nel suo libro di memorie, ha ricordato: «Prima di lasciare Hong Kong, durante una visita a un ospedale psichiatrico, un paziente mi chiese “perché un Paese che si vantava di essere la più antica democrazia del mondo aveva deciso di lasciare la nostra città a un Paese con un sistema di governo opposto, senza consultare la popolazione”. Strano, disse uno dei miei assistenti, che l’uomo con la domanda più assennata su Hong Kong sia ricoverato in un manicomio».
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