Il Signore ha reso Maria la più grande delle donne, ma noi uomini postmoderni ci ricordiamo di celebrare Dio per tutti i doni che ci ha fatto?
di Michele Brambilla
Introducendo l’Angelus del 15 agosto, solennità dell’Assunzione di Maria, Papa Francesco rievoca nientemeno che Neil Armstrong (1930-2012): «quando l’uomo mise piede sulla luna, fu detta una frase che divenne famosa: “Questo è un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità”. In effetti, l’umanità aveva raggiunto un traguardo storico. Ma oggi, nell’Assunzione di Maria in Cielo, celebriamo una conquista infinitamente più grande», quella della vita eterna: la Madonna è la prima, dopo il Figlio, a sperimentare una resurrezione “completa”, in anima e corpo. Infatti «la Madonna ha poggiato i piedi in Paradiso: non ci è andata solo in spirito, ma anche con il corpo, con tutta sé stessa. Questo passo della piccola Vergine di Nazaret è stato il grande balzo in avanti dell’umanità» intera, chiamata a conseguire la medesima sorte beata del Redentore. Il Papa ammonisce: «serve poco andare sulla luna se non viviamo da fratelli sulla Terra», che è la chiave per seguire Gesù e Maria in Paradiso.
«Che cosa ci consiglia la nostra Madre», che oggi contempliamo nel pieno della sua maestà regale? Il Pontefice risponde: «oggi nel Vangelo la prima cosa che dice è: “L’anima mia magnifica il Signore” (Lc 1,46). Noi, abituati a sentire queste parole, forse non facciamo più caso al loro significato. Magnificare letteralmente significa “fare grande”, ingrandire» e «Maria “ingrandisce il Signore”: non i problemi, che pure non le mancavano in quel momento, ma il Signore. Quante volte, invece, noi» uomini postmoderni, fin troppo confidenti nella scienza e nelle nostre capacità, «noi ci lasciamo sovrastare dalle difficoltà e assorbire dalle paure! La Madonna no, perché mette Dio come prima grandezza della vita. Da qui scaturisce il Magnificat», il suo cantico di gioia che impreziosisce il Vangelo di san Luca, ma anche una visione positiva della vita che i fedeli cattolici dovrebbero trasmettere.
«Maria, infatti, si riconosce piccola ed esalta le “grandi cose” (Lc 1,49) che il Signore ha fatto per lei», in particolare «[…] il dono inatteso della vita: Maria è vergine e rimane incinta; e pure Elisabetta, che era anziana, aspetta un figlio»: un dono per il quale, nel nostro superbo Occidente, ben pochi sanno ancora rallegrarsi. Invece «il Signore fa meraviglie con i piccoli, con chi non si crede grande ma dà grande spazio a Dio nella vita. Egli stende la sua misericordia su chi confida in Lui e innalza gli umili. Maria loda Dio per questo».
La crisi demografica dell’Europa è una delle conseguenze della crisi di fede che attanaglia il Vecchio Continente da circa cinque secoli, pertanto il Papa rilancia: «e noi – possiamo chiederci – ci ricordiamo di lodare Dio? Lo ringraziamo per le grandi cose che fa per noi? Per ogni giornata che ci dona, perché ci ama e ci perdona sempre, per la sua tenerezza? E ancora, per averci dato la sua Madre, per i fratelli e le sorelle che ci mette sul cammino, perché ci ha aperto il Cielo? Noi ringraziamo Dio, lodiamo Dio per queste cose?».
Il Santo Padre insegna allora ai presenti una nuova giaculatoria, «“Io lodo il Signore”; “Benedetto il Signore”», e invita tutti i fedeli a visitare un santuario mariano per incontrarvi la Madre della speranza. Ai romani suggerisce come meta la basilica di S. Maria Maggiore, dove si trova la sempre propizia Salus Populi Romani.
Sabato, 15 agosto 2020