Uno sguardo sopra la post-modernità che sta cominciando a mordere come un avvoltoio sulla preda, solo che la preda siamo noi...
di Domenico Airoma
Non è solo il funesto annuncio di un volo o di un treno soppresso.
D’ora in poi, dietro quel participio passato ci possono essere i nomi di ciascuno di noi, delle nostre famiglie, delle associazioni di cui facciamo parte.
C’è stato un tempo in cui sostenere in pubblico determinate idee rendeva impresentabili, socialmente.
Ed è venuta anche la stagione in cui difendere quel che residuava, pur se sfigurato, di un Ordine fatto di valori condivisi perché scritti nel cuore e nel corpo di ciascuno, veniva ritenuto scorretto, politicamente.
Ora non più.
Siamo entrati nella stagione della rottamazione morale.
Vi sono idee che non si possono dire, semplicemente perché non si possono pensare.
Pensare che non ci siamo fatti da soli, che siamo stati creati in un certo modo (a partire dalla sessualità), che abbiamo bisogno di determinati ambienti (dalla famiglia alla patria) per diventare uomini, è roba che va rottamata. É finito il tempo del giustificazionismo. Vanno rimosse tutte le tracce di coloro che nel passato hanno difeso quella visione dell’uomo (statue, effigi, libri); ma soprattutto vanno silenziati quelli che, ancor oggi, pretendono di dare cuore, mente e gambe a quella cultura. Uomini, insomma, da cancellare: politicamente, socialmente e moralmente.
E però c’è chi non si rassegna alla cancellazione. E protesta.
Non si vuole qui entrare nel merito delle singole manifestazioni che stanno riscaldando (questa volta, davvero) la temperatura globale.
Si tratta di invitare ad uno sguardo d’insieme, che fa pensare.
Certo: si può liquidare il tutto, rubricandolo sotto la voce di cialtroneria, populismo becero, feccia sociale.
Ma se, anche solo per un momento, mettiamo da parte i filtri dei capitalisti della sorveglianza o le lenti deformate dei manipolatori dell’informazione, ci appare un mondo in preda ad una guerra civile globale. Dove al fianco di chi urla la propria discriminazione spesso troviamo i potenti di questo mondo, quelli che hanno nelle mani i mezzi per fare del credo relativista il dogma indiscusso; e dove al fianco di chi viene additato come responsabile di ogni sciagura, anche sanitaria, non c’è più nessuno.
C’è, insomma, un’umanità sofferente, disillusa, perdente, che si ribella ad una condanna già scritta: cancelled.
Un’umanità che è in cerca di guide e che, talora, le individua in soggetti alquanto eccentrici; e forse proprio perché eccentrici.
Un’umanità in cerca di ascolto, che non trova. Neppure, talora, in non pochi uomini di Chiesa, purtroppo, spesso troppo impegnati a rincorrere la cultura che domina.
Quella stessa cultura che, dopo aver messo al bando la Verità, irreggimentato la libertà, pretende di cancellare una buona porzione di umanità.
Mercoledì, 09 settembre 2020