di Vladimir Rozanskij da AsiaNews del 25/09/2020
Le modifiche alla legge prevedono una verifica per “escludere idee estremistiche” dal clero che ha studiato all’estero. La nuova norma è criticata anche da buddisti, musulmani, ebrei e protestanti, che si recano all’estero per i loro studi. Si teme una recrudescenza del controllo statale sulle religioni, come agli inizi degli anni ’90 del secolo scorso. L’opposizione di battisti, metodisti, pentecostali.
Mosca (AsiaNews) – I cattolici russi sono preoccupati per le modifiche alla legge sulla libertà di coscienza e sulle associazioni religiose presentate alla Duma di Stato. A suscitare perplessità è soprattutto l’introduzione dell’obbligo di attestazione per il clero che ha svolto gli studi teologici all’estero, per “escludere idee estremistiche”, che nelle istituzioni cattoliche non sono assolutamente contemplate. Le posizioni della Chiesa Cattolica sono state diffuse il 22 settembre dall’agenzia Ria Novosti, secondo le dichiarazioni del vicario generale dell’arcidiocesi della Madre a Mosca, padre Kirill Gorbunov (nella foto).
Il nuovo progetto di legge è stato proposto dal Comitato parlamentare per lo sviluppo della società civile e le questioni delle associazioni pubbliche e religiose. La sua approvazione in prima lettura era prevista per il 22 settembre, ma è stata rimandata in data da destinarsi. L’attestazione richiesta prevede per i sacerdoti e il “personale delle associazioni religiose” l’obbligo di riqualificazione presso le istituzioni accademiche russe.
Questa norma ha suscitato reazioni negative non solo presso i cattolici, ma anche da parte dei buddisti russi, che per tradizione si recano all’estero per ricevere una specifica preparazione, e anche nella maggior parte delle comunità musulmane, ebraiche e protestanti.
Secondo le parole di padre Kirill, “noi siamo d’accordo sul fatto che i sacerdoti che vengono da fuori per svolgere in Russia il loro ministero, siano informati sulla storia, la cultura e le tradizioni religiose della Russia, e che non debbano diffondere nella predicazione alcun tipo di idea estremista. Tuttavia, finchè non viene violata la legge comune, la sorveglianza su questi fattori è un dovere delle stesse associazioni religiose”. A suo parere, il tentativo dello Stato di regolare questi processi “non darebbe comunque soluzioni efficaci, anzi condurrebbe a contraddizioni inestricabili”.
Gorbunov ha anche sottolineato che “il sistema della formazione nella Chiesa Cattolica è rigidamente unificato… Si può essere tranquilli che in qualunque istituzione culturale cattolica le idee estremiste sono assolutamente bandite”.
Per ora gli interventi dei rappresentanti delle comunità religiose sui mezzi di comunicazione sociale, hanno bloccato il tentativo di ulteriore recrudescenza delle misure di controllo sulle religioni. Tale processo è in atto in particolare nell’ultimo quinquennio, dopo l’approvazione nel 2015/2016 della cosiddetta “legge Jarovoj” contro le manifestazioni religiose di estremismo, che ha portato alla messa al bando dei Testimoni di Geova, di Scientology e di molte comunità pentecostali e metodiste.
L’eventuale approvazione delle nuove modifiche, che prevedono anche nuove classificazioni del titolo di “membro della comunità”, obbligherebbe tutte le associazioni religiose a riscrivere e sottoporre a nuova registrazione i propri statuti, consegnando alle istituzioni competenti la facoltà di bloccarli e intromettersi nella vita dei credenti. Questo calvario si è già ripetuto varie volte dalla fine degli anni ’90, mettendo a dura prova la pazienza delle varie comunità. Anche per questo motivo i pentecostali, i battisti e i metodisti preferiscono non registrarsi ufficialmente, e vengono di conseguenza molto vessati dalle autorità.
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