L’esortazione di S. E. mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo metropolita, ai militanti e ai simpatizzanti di Alleanza Cattolica, durante la Messa di ringraziamento celebrata per i dieci anni di presenza pubblica dell’associazione nel capoluogo salentino.
Fra Natale e Capodanno è stato il titolo della serata che Alleanza Cattolica ha organizzato a Lecce il 28 dicembre 1990, in occasione della fine dell’anno legale, per ricordare i dieci anni di presenza pubblica nella città salentina.
L’iniziativa si è articolata in due momenti. Alle ore 17 S. E. mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo metropolita, ha celebrato nella cappella dell’episcopio, alla presenza di circa ottanta fra militanti, simpatizzanti e amici di Alleanza Cattolica, in buona parte giovani, una Messa di ringraziamento. Nel corso della celebrazione il presule, all’inizio dell’omelia, rivolgendosi ai presenti, dopo aver ricordato che la liturgia del giorno era dedicata ai Santi Innocenti, ha scelto dai testi delle letture una “frase adattabile al vostro movimento”: “Vox in Rama audita est” (Ger. 31, 15, ripresa in Mt. 2, 18). E così ha commentato: “È stato ascoltato un grido in Rama. Rama era una città dell’Oriente, dalla quale proveniva Rachele. E non per farlo apposta l’assonanza fra Rama e Roma è evidentissima. Non sono mancati anche di recente degli uomini, degli elzeviristi, che hanno applicato questa parola di Geremia, vox in Rama audita est, anche alla città sacra: vox in Roma audita est. E qualche volta quella parola è diventata pianto, e qualche volta lamento, e qualche volta è diventata grido: ognuno di voi prenda la parola che vuole, ma certamente il significato del vostro movimento è proprio in questa coraggiosa testimonianza di fede cattolica. […] Qualche volta la voce può diventare scomoda, e io non escludo che talvolta la vostra voce, le vostre battaglie sono state scomode, ma non v’è dubbio che siano nate sempre da una testimonianza autentica della fede: e se noi siamo qui oggi nella casa del Vescovo a celebrare l’Eucarestia, mentre ricordate i dieci anni del vostro lavoro, è perché vogliamo rinsaldare qui a Lecce la nostra testimonianza di fede in una città che ha bisogno, a mio modesto avviso, di testimonianze forti, energiche e autentiche. […].
“Avete fatto in questi anni delle battaglie che potevano sembrare un po’ peregrine, ma la storia vi ha dato ragione”.
Dopo aver invitato “ad allargare gli spazi del vostro impegno, proiettandovi verso sempre nuovi orizzonti apostolici, nell’Est come nell’Ovest, non trascurando anche i problemi del Sud e del Nord”, mons. Cosmo Francesco Ruppi ha raccontato di avere avuto di recente un incontro con un vescovo cecoslovacco, nel corso del quale il suo interlocutore lamentava che, dopo aver riacquistato la libertà, l’Europa dell’Est sta ricevendo dall’Ovest “la droga, la pornografia e tutti i mali dell’Occidente”; “in un momento in cui la Chiesa si trova a essere guida ricercata e ambita dei popoli e delle persone — è stata la riflessione dell’arcivescovo —, noi abbiamo bisogno quasi di una rifondazione della cattolicità; abbiamo bisogno non di una restaurazione, parola che potrebbe sembrare equivoca, ma di un ritorno alla fede autentica, al cattolicesimo integrale, di riascoltare alcune parole chiare di vita: il vostro parlare sia sì sì no no, tutto quello che è di più viene dal maligno”.
Egli ha quindi continuato: “Se dovessi offrire all’Alleanza Cattolica una indicazione, la prenderei proprio dalla fonte, riecheggiando la prima lettura della festa liturgica di oggi: Veritatem facientes in charitate. Cercare soltanto la verità senza incarnarla nella carità può essere pericoloso; può far scivolare in un intellettualismo cristiano che, quando si è affacciato nel corso dei secoli, per esempio nell’epoca alessandrina, non ha mai prodotto buoni risultati. Ma anche una incarnazione nella carità senza la verità potrebbe far scivolare il cristianesimo in una sorta di sociologismo terzomondialista che fa la gioia di molti gruppi giovanili: i quali fanno anche i digiuni per opporsi alla “Cittadella militare”, ma poi non fanno né la Confessione né la Comunione, né dicono mai un Padre nostro. E al Vescovo che vi parla accade talvolta di incontrare intellettuali cattolici che si saziano dei programmi delle ideologie, ignorando la realtà effettiva dell’uomo. E anche di incontrare purtroppo gruppi giovanili destinati a grossi impegni apostolici, talvolta mal guidati da ecclesiastici e anche da buone suorine, i quali non vedono altro che i terzomondiali, gli algerini, gli africani, dimenticando però che oltre alla carità c’è la verità”. Mons. Cosmo Francesco Ruppi si è in proposito soffermato sui pericoli derivanti dalla diffusione dell’islam in Occidente, e sull’assenza di reciprocità sul piano della libertà religiosa con i paesi islamici in buona parte dei quali non è concesso neanche fare il segno della croce, mentre a Roma si costruisce una moschea.
Il presule ha quindi sottolineato come vi sia “ancora in alcune menti il modello di una Chiesa ad intra, che cioè celebra i funerali, i misteri, che distribuisce ostie, ma che non deve interessarsi dell’uomo; una Chiesa disincarnata, che non è certamente la Chiesa del Vaticano II”, e ha attribuito tale modo di pensare ad “alcuni modelli laicistici lenti a morire” e alle “radici radicalmassoniche che riemergono sempre da sotto i selciati dei nostri paesi”. E tuttavia — ha ricordato —, “la Chiesa non predica soltanto una escatologia ultraterrena, ma è profondamente preoccupata e occupata di quella che è la storia dell’uomo di oggi. E l’uomo è sempre una creatura di Dio sia quando prega, sia quando lavora, sia quando dorme, sia quando passeggia”.
L’arcivescovo di Lecce ha così concluso: “Questo impegno che la Chiesa oggi ha di testimoniare il Cristo risorto con coraggio, con fede, con forza, senza paura, senza contraddizioni, senza equivoci, deve essere l’impegno di ciascuno di noi soprattutto se condivide, come voi fate al presente, il dovere di una testimonianza, di una alleanza. Alleanza è una parola biblica prima che politica; è diventata politica agli inizi del secolo passato: ma prima che politica la parola Alleanza è vecchia quanto è vecchio Abramo. La parola Alleanza ci riporta al patto tra Dio e Abramo, sul quale è costruita tutta la storia del popolo eletto; e in sintesi quest’alleanza era un rapporto immenso di fiducia fra Dio che prometteva l’impossibile e l’uomo che credeva con fede alla Parola. Non è un patto notarile l’Alleanza fra Dio e Abramo, né un accordo politico: è invece un’Alleanza di fede. Dio promette ad Abramo una discendenza, una terra stabile, e gli dà una prospettiva meravigliosa, quella di veder nascere dalla sua discendenza il Salvatore, l’Emmanuele. Anche la vostra Alleanza, se sarà biblica, se sarà un’Alleanza di fede, certamente produrrà la salvezza. E voi entrerete nella storia di quest’ultimo decennio del secolo come compartecipi di un grande disegno: del disegno di una riconversione globale della storia e delle nazioni. Perché voi diventerete compartecipi di questo grande progetto della Pentecoste: portare gli uomini alle soglie del terzo millennio, non solo costruendo la pace e la giustizia, ma soprattutto la verità e la carità. A venticinque anni dal Concilio la vostra testimonianza di laici cristiani impegnati nella vita pubblica a livelli di responsabilità è quanto mai necessaria, è quanto mai utile, è quanto mai preziosa. Su questa testimonianza invoco la benedizione del Signore, e soprattutto l’assistenza dello Spirito Santo”.
La serata è quindi proseguita nella Sala Padre Kolbe, adiacente alla Libreria Incontro Città dell’Immacolata, dove, davanti a un pubblico numeroso e attento, padre Rosario De Paolis, dell’Ordine dei Frati Minori, ha tenuto una Conversazione sull’inizio e sulla fine del tempo, approfondendo la tematica della vita dell’uomo che, pur essendo immerso nella dimensione temporale, tende oltre il tempo, verso Colui che è il Signore del tempo. Successivamente il dottor Alfredo Mantovano ha presentato il fascicolo, preparato per l’occasione, Dieci anni di Alleanza Cattolica a Lecce. All’incontro ha dato la sua adesione, intervenendo al termine, il dottor Giorgio Costa, presidente dell’Amministrazione Provinciale di Lecce.