Lorenzo Cantoni, Cristianità 345 (2008)
Alois Riklin — professore emerito dell’Università di san Gallo, in Svizzera, ateneo in cui ha fondato e diretto l’Istituto di Scienze Politiche, e di cui è stato rettore dal 1988 al 1996 — riassume il suo percorso attraverso otto differenti approcci interpretativi agli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, La Summa Politica di Ambrogio Lorenzetti, con una citazione di George Rowley (1892-1962), già professore presso la Princeton University: “[…] Rowley l’ha chiamata una “pictorial Summa of government” [“una Summa pittorica del governo”], paragonandola alla Summa theologica di San Tommaso d’Aquino, alla Summa della Redenzione della Divina Commedia di Dante e alla Summa della conoscenza della salvezza espressa nella cattedrale francese. Quando lessi tutto questo per la prima volta, lo trovai esagerato. Ma ora, dopo la provvisoria conclusione degli studi sin qui compiuti, tali aulici confronti non mi sembrano più fuori luogo. Il ciclo di affreschi di Ambrogio Lorenzetti è una Summa politica, trasposta in immagini, della concezione del mondo della città-stato repubblicana del Trecento, unica nel suo genere per compattezza e coerenza” (p. 108).
Dopo la Prefazione (pp. 9-10), il testo è organizzato in tre sezioni principali: Descrizione (pp. 11-38), Interpretazioni (pp. 39-102) e Sintesi (pp. 103-108). Seguono una presentazione delle Didascalie (pp. 109-118), le Note (pp. 119-124) e la Bibliografia (pp. 125-127). Il testo è poi arricchito con numerose immagini e schemi, molto utili a comprendere la ricchezza compositiva degli affreschi.
Nella Descrizione, Riklin passa in rassegna le tre pareti affrescate, presentandone le immagini e i testi, e richiamando l’attenzione sulla rappresentazione realistica della città e del contado di Siena negli Effetti del Buon Governo (studi più recenti hanno permesso d’identificare ulteriori palazzi e luoghi ivi rappresentati: cfr. Andrea Brogi e Francesca Bianciardi [a cura di], Nella Siena ritrovata di Ambrogio Lorenzetti, nuova immagine editrice, Siena 2005).
La sezione più cospicua dell’opera è dedicata alla presentazione e alla discussione dei diversi approcci interpretativi.
L’Interpretazione aristotelica-tomistica (pp. 42-47) è la prima a essere presentata. Essa legge nelle rappresentazioni di Lorenzetti numerosi elementi sia dell’Etica Nicomachea e della Politica di Aristotele (tradotte in latino rispettivamente nel 1250 e nel 1260 circa), sia di san Tommaso d’Aquino e dei suoi allievi, tra cui — per esempio — il domenicano fiorentino Remigio de’ Girolami (1235-1319), allievo dell’Aquinate e maestro di Dante, che in una predica collega strettamente i “concetti di bene comune (“pro communi bono”) e di bene della comunità (“pro bono Communis”)” (p. 44).
L’Interpretazione latino-preumanistica (pp. 48-60) individua le radici dell’opera lorenzettiana piuttosto in autori latini e preumanistici, con particolare attenzione a Cicerone (106-43 a.C) e a Brunetto Latini (1220 ca.-1294 ca.). Si tratta di una pista di ricerca feconda, ma che — se assolutizzata in polemica con l’interpretazione aristotelica-tomistica — presenta numerosi limiti, che Riklin sintetizza in otto obiezioni puntuali.
L’Interpretazione storico-costituzionale (pp. 61-79) muove in particolare dalla Costituzione del 1337-1339 e dall’assetto politico di Siena, presentato in dettaglio. I riferimenti religiosi dell’affresco possono ben essere inquadrati alla luce del Proemium della Costituzione: “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo, Amen. In onore di Dio onnipotente e della gloriosa Vergine Maria, sotto la cui protezione viene governata la città di Siena, ed in onore di tutta la corte celeste; a magnificenza della sacra Chiesa Romana […] comincia la prefazione del suddetto comune” (p. 66).
L’Interpretazione enciclopedica (pp. 80-82) guarda agli affreschi come a una rappresentazione del sapere del tempo, con l’illustrazione delle artes mechanicae, dei lavori stagionali e della struttura sociale.
L’Interpretazione cosmologica (pp. 83-84) considera “Il mondo terreno del Buon Governo […] in sintonia con l’ordine divino del Cosmo” (p. 83).
L’Interpretazione propagandistica (p. 85) sottolinea la volontà di presentare Siena come modello di buon governo; quest’obiettivo non va peraltro frainteso: “Se i Nove avessero voluto autoadularsi, si sarebbero allora messi in mostra da sé, non si sarebbero fatti imporre un modello, ma avrebbero commissionato un ritratto di se stessi” (p. 85).
L’Interpretazione biblico-religiosa (pp. 86-93) richiama l’attenzione su di una dimensione che alcuni commentatori hanno ignorato o sottovalutato, ma “la profonda compenetrazione religiosa del messaggio politico del Lorenzetti difficilmente può essere superata” (p. 86). L’autore osserva come — in parallelo con la Maestà di Simone Martini (1284-1344) — “Sul lato destro dell’Allegoria del Buon Governo non si trovano che elementi del Nuovo Testamento […]. Per il lato sinistro […] le fonti provengono dal Vecchio Testamento” (p. 88); ancora, Pax costituisce “il punto di intersezione verticale, orizzontale e diagonale” (p. 92).
L’Interpretazione delle didascalie (pp. 94-102) completa la rassegna degli approcci che gettano luce sull’opera di Ambrogio. Riklin sottolinea come queste offrano una chiave intepretativa molto ricca e certamente imprescindibile.
Nella Sintesi, l’autore ripercorre le interpretazioni passate in rassegna, per poi concludere — come si è visto sopra — che ci si trova davanti a una vera e propria Summa politica.
Lorenzo Cantoni