Il 7 ottobre 1992 si è spento a Susa monsignor Francesco Bellando, parroco di Bardonecchia, in provincia di Torino.
Nato a Susa il 14 maggio 1913, frequenta il liceo classico presso il Collegio San Giuseppe dei Fratelli delle Scuole Cristiane, di Torino. La sua preparazione al sacerdozio avviene a Roma presso l’Almo Collegio Capranica, la Pontificia Università Gregoriana e il Pontificio Ateneo del Laterano. Ordinato sacerdote il 25 marzo 1938 dal vescovo vicegerente di Roma, più tardi cardinale, mons. Luigi Traglia, si addottora in Diritto Canonico e frequenta la Pontificia Accademia Ecclesiastica, preparandosi a quella carriera nella diplomazia della Santa Sede a cui sembra destinato. Il sopravvenire della guerra consiglia di rimandare l’ingresso in diplomazia; Papa Pio XII — che conosce e stima quel brillante giovane sacerdote — lo vuole nel Pontificio Segretariato per i prigionieri di guerra, dove ha modo di conoscere un buon numero di futuri vescovi e cardinali italiani e stranieri, che più tardi saranno suoi ospiti a Bardonecchia.
Per gravi ragioni familiari e pastorali — su invito e consiglio dell’allora vescovo di Susa, mons. Umberto Ugliengo — nel 1946 ritorna nella diocesi d’origine, e il 6 ottobre dello stesso anno fa il suo ingresso come parroco di Bardonecchia, carica che occupa ininterrottamente fino alla morte. La scelta si rivela provvidenziale perché Bardonecchia, cittadina di confine particolarmente colpita dalla guerra, era destinata a trasformarsi, negli anni Cinquanta e Sessanta, in uno dei maggiori centri italiani di turismo invernale, con presenze fino alle trentamila persone nei periodi di punta. Monsignor Francesco Bellando mette a tema la problematica spirituale di questi parrocchiani “stagionali” e fa spesso beneficiare delle sue riflessioni sulla pastorale del turismo organismi sia della Conferenza Episcopale Italiana che della Santa Sede. A chi si reca a Bardonecchia per turismo o vacanza si preoccupa di far trovare un intenso programma culturale e spirituale, che faccia del soggiorno un’occasione per la partecipazione a incontri di formazione e d’informazione, dagli esercizi spirituali “aperti” ai cicli di conferenze sulla storia, la teologia e la dottrina sociale della Chiesa. In questa sua attività incontra Alleanza Cattolica, che apprezza e stima e di cui chiede ripetutamente la collaborazione. Molte persone che trascorrevano a Bardonecchia le vacanze invernali o estive — fra cui non pochi militanti di Alleanza Cattolica — erano profondamente legate a lui e più d’uno gli deve la sua vocazione sacerdotale o religiosa.
Devotissimo alla Madonna — alla quale attribuiva la guarigione da un’emorragia cerebrale sopravvenuta nel 1990, guarigione che gli aveva permesso ancora due anni di attività e di fecondo apostolato — monsignor Francesco Bellando la troverà certamente ad accoglierlo nella dimora celeste, per cui è partito in cristiana serenità come testimoniano le sue ultime parole: “È l’ora di andare”.