O Santo ladrone, sulla croce accanto a Gesù, hai meritato un dono di grazia anche per noi. In nessun momento il Figlio di Dio, era più irriconoscibile e più umiliato; in nessun momento la Sua regalità, dichiarata per irrisione dal cartiglio di Pilato, era più invisibile e nascosta; e tu Gli hai detto: “O Gesù ricordati di me quando sarai nella magnificenza del Tuo Regno”.
C’erano Maria, Giovanni e le pie donne, ma degli altri nessuno; tutti lo avevano abbandonato; l’unico atto di fede, l’unico conforto di pentimento, l’unica incredibile testimonianza d’amore gli sono venuti da te.
“In verità ti dico oggi sarai con me in paradiso”.
Disma, primo dei redenti, noi non abbiamo il merito che hai avuto Tu di confortare Gesù sulla croce e di proclamarlo Re quando la Sua regalità era più offesa e negata; non abbiamo la gloria di confessarlo da un patibolo accanto al Suo mentre tutti lo bestemmiano e lo insultano. Anche oggi Cristo è bestemmiato e insultato: anche oggi vi sono crocefissori che gli chiedono di scendere dalla croce e di manifestare la sua potenza; ma la nostra confessione dopo duemila anni non è meritoria ed eroica come la tua. Tra poco saremo anche noi sulla croce in attesa della morte e allora ricorderemo la tua preghiera imprevedibile e stupenda. Con le tue parole non c’è uomo che non possa ottenere la salvezza. Dio te le ha ispirate perché noi vedessimo come è divinamente facile ottenere il paradiso anche senza averlo meritato. Basterà che le ripetiamo per avere la stessa risposta che hai avuto tu: perché la promessa del regno non è commisurata ai nostri meriti inesistenti, ma a quelli infiniti di Lui.
O buon ladrone primizia dei Santi, entrato in Paradiso col Signore, aiutaci a morire come te.
Nino Badano
(1911-1991)
Santino datato Roma 24 febbraio 1992, stampato nel 1° anniversario della morte