Il testo è contenuto in Preces et pia opera – in favorem omnium christifidelium vel quorumdam coetuum personarum – indulgentiis ditata et opportune recognita, Tipys Poliglottis Vaticanis, Roma 1938, pp. 484-487.
M’incammino, Signore, verso la mia eternità, circondato da grandi spirituali nemici. Temo e tremo specialmente per il momento della morte, dal quale essa dipenderà, per la guerra atroce che avesse a muovermi il demonio, sapendo restargli poco tempo per la mia eterna rovina. Desidero quindi, o Signore, prepararmici fin da ora, offrendovi oggi stesso per il mio estremo momento quelle proteste di fede e di amore verso di voi, che sono tanto atte a reprimere e rendere vane tutte le arti insidiose e maligne del nemico e che io intendo opporgli in quel punto di così gravi conseguenze, qualora egli ardisse anche solo di attentare con i suoi inganni alla tranquillità e pace dello spirito mio.
Io N.N., in presenza della santissima Trinità, della beatissima Vergine Maria, del mio santo Angelo Custode e di tutta la corte celeste, protesto di voler vivere e morire sotto l’insegna della santa Croce. Credo fermamente tutto quello che crede e professa la Santa Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Intendo di voler morire in questa santa Fede, nella quale morirono tutti i santi Martiri, Confessori, Vergini di Cristo e tutti quelli che hanno salvato l’anima loro.
Se il demonio mi tentasse di disperazione per la moltitudine e gravità dei miei peccati, io fin da ora protesto di sperare fermamente nella misericordia infinita di Dio, che non si farà vincere dalle mie colpe, e nel Sangue prezioso di Gesù, che le ha lavate.
Se il demonio mi assalisse con tentazioni di presunzione per quel poco di bene, che con l’aiuto di Dio avessi potuto fare, confesso fin da ora di meritare invece mille inferni per i miei peccati e mi affido alla infinita bontà di Dio, per la cui grazia unicamente io sono quello che sono.
Infine se il demonio mi suggerisse essere eccessivi i dolori, con i quali il Signore mi affliggesse negli ultimi momenti della mia vita, io protesto fin da ora che tutto sarebbe un nulla per i castighi meritati in tutta la mia vita, e ringrazio Iddio che mi darebbe con questi dolori occasione di scontare in questa vita ciò, che nell’altra dovrei scontare nel purgatorio.
Nelle amarezze dell’anima mia ripenso tutti gli anni miei: vedo le mie iniquità, le confesso e le detesto. Confuso e dolente mi rivolgo al mio Dio, al mio Creatore e Redentore. Deh, perdonami, o Signore, per la moltitudine delle tue misericordie; perdona al servo tuo, che hai ricomprato col tuo Sangue prezioso.
Dio mio, a te ricorro, te invoco, in te confido, all’infinita tua pietà commetto ogni ragione della mia vita. Troppo ho peccato: non entrare in giudizio col servo tuo, che si rende vinto e si confessa reo. Non posso da me recarti soddisfazione delle molte offese: non ho di che pagarti e infinito è il mio debito. Ma il Figlio tuo ha sparso il suo Sangue per me e maggiore della mia iniquità è la tua misericordia.
O Gesù, sii il mio Salvatore! Nell’ora del tremendo passo poni in fuga il nemico dell’anima mia: fammi superare ogni difficoltà, Tu, che fai solo grandi meraviglie.
Signore, per la moltitudine delle tue misericordie entrerò nella tua casa. Affidato alla tua pietà, nelle tue mani rimetto il mio spirito!
Che la Vergine Maria e l’Angelo mio Custode accompagnino l’anima mia nella celeste patria. Così sia.
SAN POMPILIO M. PIRROTTI S.P.