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“Istanbul, prima preghiera islamica a Chora: coperti affreschi e mosaici cristiani”

28 Ottobre 2020 - Autore: Alleanza Cattolica

da AsiaNews del 28/10/2020

Venerdì 30 ottobre è in programma il primo rito musulmano nella ex basilica cristiana, poi museo. Una vicenda analoga alla ancora più famosa basilica di Santa Sofia. Una tenda bianca per rimuovere ogni segno originario dell’edificio. Ma non mancano le voci critiche: il rischio è di distruggere “il carattere e il valore artistico”.

Istanbul (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità turche hanno coperto affreschi e mosaici dell’ex monastero di Cristo Salvatore a Chora, a lungo un museo e convertito di recente in moschea dietro impulso del presidente Recep Tayyip Erdogan, in vista della prima preghiera islamica. La funzione è in programma venerdì 30 ottobre, quando l’edificio di origine bizantina sarà aperto ai fedeli di Maometto completandone la trasformazione a luogo di culto musulmano.

A seguito del decreto presidenziale che prevede la trasformazione del museo di Chora al culto come moschea, le immagini di Gesù, gli affreschi e le icone che testimoniano la sua radice cristiana sono stati coperti con una tenda bianca. La mossa di Erdogan si basava sulla decisione presa dal Consiglio di Stato nel novembre 2019, secondo cui l’uso dell’edificio come museo era “contrario alla legge”. In precedenza, lo stesso Consiglio, aveva provveduto a dare il nulla osta a Erdogan per trasformare in moschea il museo di Santa Sofia.

Il museo Kariye Cami si trova nel quartiere di Fatih, il più popoloso e confessionale di Istanbul. L’edificio risale al 534, durante il periodo bizantino. Le mura interne, i pilastri e le cupole sono interamente coperte da mosaici ed affreschi che sono datate attorno all’11mo secolo.

Dopo la conquista di Costantinopoli da parte degli Ottomani (1453), il monastero è stato trasformato in moschea nel 1511, in una maniera molto simile al destino di Santa Sofia. Nel 1945, il Consiglio dei ministri della Repubblica di Turchia ha convertito la moschea in un museo.

Fra le voci critiche vi è quella di Mahir Polat, vice-segretario generale della İstanbul Metropolitan Municipality (Imm), il quale ha confermato la “copertura degli affreschi e dei mosaici” di uno dei “capolavori della storia dell’arte mondiale”. Questa scelta, prosegue, “distruggerà il carattere e il valore artistico dell’edificio”. Nel suo messaggio egli ha allegato due immagini (vedi foto), una precedente e una successiva alla trasformazione in moschea, sottolineando che il progetto è intrapreso e gestito dal “ministero e dalle sue istituzioni che gestiscono e proteggono il patrimonio culturale della Turchia”.

Ali Erbaş, presidente del consiglio per gli Affari religiosi, ha annunciato l’apertura dell’edificio alla preghiera per il prossimo 30 ottobre. L’islam proibisce l’uso di immagini e di icone, da qui la scelta di coprire mosaici e affreschi, in passato con uno strato di intonaco e oggi con una tenda bianca per non comprometterne il valore artistico e culturale.

foto da articolo

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