Molti di voi mi hanno già scritto, questa mattina, per esprimere la sorpresa di trovare Alleanza Cattolica citata sul Corriere della Sera di oggi come “avversaria” di Papa Francesco, addirittura all’origine di un tentativo di mettere il Regnante Pontefice in contrapposizione con San Giovanni Paolo II.
La sorpresa è aumentata quando ho letto la firma dell’articolo. Massimo Franco è un giornalista di punta del quotidiano di via Solferino, noto per i toni pacati e per le informazioni documentate.
Basterebbe leggere Cristianità, oppure il documento pubblicato ieri sui nostri siti ufficiali a proposito dell’assassinio del sacerdote francese Jacques Hamel, per rendersi conto che Alleanza Cattolica sta con il Papa, sempre. Non con un Pontefice, ma con quello che siede sul soglio di Pietro in questo momento storico, erede di una tradizione ininterrotta da San Pietro a Francesco. L’idea di contrapporre un Papa a un altro le è estranea perché tipica di una mentalità che privilegia la “rottura” rispetto alla “riforma nella continuità”, che è esattamente quanto Benedetto XVI ha insegnato nel 2005 a proposito del Concilio Vaticano II, ma che vale ancor di più per l’insegnamento dei Pontefici. Che questa rottura avvenga nel segno del progressismo o di un supposto tradizionalismo poco importa, rottura rimane.
Personalmente ho pubblicato un libro sul Magistero di Giovanni Paolo II scritto prima della canonizzazione e presentato in circa 100 parrocchie quando il Papa era già Francesco, e non sono mai stato sfiorato dal “giochino” di contrapporre uno all’altro.
In un mondo che muore, corrotto dal nichilismo laicista dall’interno e aggredito dal terrorismo islamista dall’esterno, dovere ripetere ancora una volta che Alleanza Cattolica sta cum Petro e sub Petro può essere umiliante ma speriamo che serva per evitare nuovi equivoci.
Marco Invernizzi