Scomparso recentemente, il barone Monti della Corte, autore di opere di dottrina politica, di saggi biografici, di romanzi storici e di scritti di araldica e di genealogia, rappresenta uno degli anelli di congiunzione tra la nostra generazione e quella dei cattolici intransigenti che, dopo la Grande Guerra, riproposero alla cultura del tempo la “dottrina, e [le] posizioni del neolegittimismo”, come amò intitolare, polemicamente, uno dei suoi saggi di teoria politica. Tale neolegittimismo arricchiva le posizioni del precedente – fermo alla tutela del diritto dinastico – con la difesa “[…] di quell’insieme di valori storici, etici e religiosi, che con la monarchia tradizionale sono pure connessi indissolubilmente” (1), poiché “la monarchia legittima per noi non è che un mezzo per instaurare e mantener quell’ordine che riteniamo meglio rispondente alla natura umana – per sé tanto imperfetta e perciò bisognosa di guida e di controllo – ed alle vere leggi della vita e del mondo: leggi, per i credenti, volute dal Creatore” (2).
Questa dottrina collega idealmente Monti della Corte ai maestri del pensiero contro-rivoluzionario, “i grandi atleti del Trono e dell’Altare”, come egli stesso li chiama nel volume omonimo in cui ne traccia i profili biografici (3). E a questa schiera anch’egli appartenne, continuandone il magistero nel nostro secolo.
Il ruolo che Alessandro Augusto Monti ebbe nella cultura cattolica contro-rivoluzionaria è dunque di primo piano e il suo insegnamento, come il suo esempio di soldato – prese parte come ufficiale di cavalleria alla campagna di Etiopia e sempre in Etiopia combatté, partecipando anche a una delle ultime cariche di cavalleria del nostro Esercito – ne fanno un maestro e un modello: l’incarnazione, nel nostro secolo, del cavaliere cristiano, che alla fede e al coraggio unisce un sapere e una scienza che lo armano contro il male del mondo, ossia contro la Rivoluzione.
Per la consonanza ideale che ci univa e per l’esemplarità della vita lo ricordiamo con riconoscenza e con ammirazione e anche per lui rivolgiamo al Signore la Preghiera fraterna, del Sodalicium Pianum, che proprio recentemente ci aveva comunicata: “Gesù Cristo, nostro Signore e Redentore, Ti supplichiamo che per il trionfo della tua santa Causa contro i suoi nemici e falsi amici, Tu voglia raggruppare i suoi fedeli, combattenti la buona lotta, dispersi per il mondo, affinché si conoscano e si accordino nell’animo e nell’opera.
“Degnati fornire loro i mezzi materiali e morali, necessari ed opportuni a tale scopo. Ti preghiamo altresì che, secondo la tua divina promessa, Tu sia sempre in mezzo a loro, benedicendoli e soccorrendoli in vita ed in morte. E così sia!”.
Note:
(1) ALESSANDRO AUGUSTO MONTI, Dottrina e posizioni del neo-legittimismo, Brescia, Gatti Editore 1933, p. 30.
(2) Ibidem, p. 32.
(3) Cfr. IDEM, I grandi atleti del Trono e dell’Altare, Brescia, Gatti Editore 1929.