Nonostante l’appellativo con cui è noto nacque a Valmacinaia, tra Nocera Umbra e Gualdo Tadino, nel 1319. Anche di lui, come della maggior parte dei santi e dei beati, si sa che fu educato molto cristianamente dai genitori; ed è questo un monito importante, in specie oggi quando troppi genitori, anche se personalmente buoni cattolici, si arrendono alla pressione di un mondo largamente decristianizzato e lasciano i figli in una presunta libertà di scegliere «quando saranno grandi»: in realtà si tratta di un abbandono a sé stessi dei figli. Ma torniamo, dopo questa pur sottile riflessione, al nostro Tommasuccio che, ancor dodicenne, prende ad appartarsi in luoghi nascosti e solitari per darsi alla preghiera e alla contemplazione. Ventiquattrenne, onde inseguire questo suo ideale di perfezione cristiana, entrò nel terz’ordine francescano e si ritirò in un eremo, alla scuola di santità del beato Pietro da Gualdo Tadino, col quale si trattenne fino alla sua morte, avvenuta nel 1367; ed anche qui non ci sembra inutile sottolineare l’importanza, in moltissimi santi, del discepolato spirituale. Passò poi tre anni di durissima penitenza e rigoroso digiuno; ma nel 1370 si sentì chiamato da Dio a percorrere l’Umbria per predicare la penitenza e la fedeltà al papato, profetando sul cattivo stato del mondo. Dall’Umbria passò in Toscana e poi in Liguria, ovunque suscitando attenzione e cambiamenti di vita. Ebbe visioni della gloria della Vergine e dei santi in Paradiso di cui ci è rimasta la descrizione. Così come ci è rimasto un carme profetico in cui – quasi una ripresa del tema dantesco del Veltro – si annuncia l’arrivo di «Uno che rennovella / el mundo en altra forma / darà la bella norma / ad nostra vita activa / et farà la terra priva / de vitii fallaci». Ed è profezia che certamente, fino ad ora, non si è pienamente avverata. Infine, approfittiamo dell’occasione, come fatto nei giorni scorsi per monaci e Domenicani, per formulare un pensiero di gratitudine nei confronti dei Francescani.
Cammei di santità. Tra memoria e attesa,
Pacini, Pisa 2005, pp. 36-37
Mercoledì, 8 maggio 2019