Questo è, Signore, il vostro popolo. Sempre, Gesù mio, vi riconoscerà come suo Dio. Non volgerà i suoi occhi ad altra stella che non sia quella di amore e di misericordia che brilla in mezzo al vostro petto, santuario della divinità, arca del vostro Cuore. Guardate, Dio nostro!: genti e nazioni potenti trapassano con molti acuti dardi il dolcissimo seno della vostra misericordia. I nostri nemici insultano la nostra Fede, e si prendono gioco delle nostre speranze, perché le abbiamo riposte in voi. E tuttavia, questo vostro popolo, il suo capo, i suoi legislatori, i suoi pontefici, consolano il vostro Vicario, asciugano le lacrime della Chiesa: e, confondendo la empietà e la apostasia del mondo, corrono a perdersi nell’oceano di amore e di carità che scopre loro il vostro soavissimo Cuore.
Sia dunque, Dio nostro!, sia il vostro Cuore il faro luminoso della nostra Fede, l’àncora sicura della nostra speranza, il simbolo delle nostre bandiere, lo scudo impenetrabile della nostra debolezza, l’aurora bella di una pace imperturbabile, il vincolo stretto di una concordia santa, la nube che feconda i nostri campi, il sole che illumina i nostri orizzonti: insomma, la vena ricchissima della prosperità e della abbondanza, delle quali abbiamo bisogno per elevare templi e altari da cui brilli, con eterni e pacifici splendori, la sua santa e magnifica gloria.
E, poiché ci consacriamo e ci affidiamo senza riserva al vostro Divino Cuore, moltiplicate senza fine gli anni della nostra pace religiosa; allontanate dai confini della patria la empietà e la corruzione, la calamità e la miseria. La vostra Fede detti le nostre leggi; la vostra giustizia governi i nostri tribunali; la vostra clemenza e la vostra fortezza sostengano e dirigano i nostri capi; la vostra sapienza, la vostra santità e il vostro zelo rendano perfetti i nostri sacerdoti; la vostra grazia converta tutti i figli dell’Ecuador, e la vostra gloria li coroni nella eternità, affinché tutti i popoli e tutte le nazioni della terra, contemplando, con santa invidia, la vera fortuna e sorte del nostro, si accostino a loro volta al vostro Cuore amante, e dormano il sonno tranquillo della pace, che offre al mondo questa Fonte pura e questo Simbolo perfetto dell’amore e della carità. Così sia.
Manuel Proñao S.J.
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Testo in Severo Gomezjurado S.J., La Consacración. 18 de Octubre de 1873 – 25 Marzo de 1874, “Fray Jadoco Ricke”, Quito 1973, pp. 48-49. Titolo e traduzione redazionali.
Il 30 gennaio 1985, in occasione della visita in Ecuador, Papa Giovanni Paolo II ha rinnovato l’atto di consacrazione della nazione al Sacro Cuore, ripetendo quasi integralmente le parole usate mercoledì 25 marzo 1874.