Giovanni Cantoni, Cristianità n. 114 (1984)
Autodemolizione della società e funzione rivoluzionaria del capitalismo
La tesi di Papa Paolo VI secondo cui la Chiesa sarebbe in preda a un misterioso processo di «autodemolizione» (1) fa ormai parte del bagaglio culturale di tutti quei cattolici che, avendo formato in sé il «senso critico cristiano», non temono di essere eventualmente qualificati come «arretrati, poco illuminati e persino reazionari» (2).
Ebbene, l’analogia che corre tra la Chiesa e la società permette di ipotizzare per la società in crisi un processo similare, e di identificarne i protagonisti in esponenti delle classi dirigenti, fra cui non manca il clero, considerato nella sua funzione di autorità sociale.
Sul punto attira l’attenzione Plinio Corrêa de Oliveira che – con estrema concisione, ma con corrispondente efficacia – fornisce elementi per mettere adeguatamente a fuoco il fenomeno e per quindi erigerlo a categoria interpretativa di accadimenti sia del passato prossimo e remoto che della più recente attualità (3).
Il pensatore brasiliano esordisce ripercorrendo le tappe del processo rivoluzionario, già da lui magistralmente esposte nel saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (4).
«L’autodemolizione delle classi dirigenti – afferma – è tratto di importanza capitale, presente in tutte le grandi rivoluzioni che vengono scuotendo l’Occidente: il sisma religioso-culturale, umanistico, rinascimentale e protestantico dei secoli XV e XVI; il suo analogo socio-politico, con ampi caratteri economici, che è stato, alla fine del secolo XVIII, la Rivoluzione francese; e la catastrofe, insieme socio-politica ed economica, che si sta rivelando la Rivoluzione comunistica mondiale, iniziata nel 1917 con la instaurazione del regime sovietico in Russia. Secondo la teoria, la prossima esplosione dovrà essere la rivoluzione autogestionaria, nella quale lo Stato comunistico si autodistruggerà, in modo da dare origine alla utopia dell’anarchismo sinfonico autogestionario.
«Senza la collaborazione di queste successive autodemolizioni, che hanno portato, per esempio, tanti aristocratici francesi ad appoggiare la rivoluzione che li avrebbe divorati; e, a loro volta, tanti altri aristocratici e borghesi russi a comportarsi nello stesso modo di fronte al regime comunistico, che pure li avrebbe annientati, è dubbio che questa successione di ecatombi avrebbe fatto tanta strada, e così trionfalmente, o che sarebbe arrivata molto oltre quota zero …».
Quindi, passa a esaminare la situazione attuale e nota: «Siamo giunti al punto in cui la borghesia di sinistra – cioè l’insieme dei sinistri che non sono lavoratori manuali – dà il suo contributo all’autodemolizione; alla sua testa sono due forze-guida, cioè il capitale e il clero – questo, in apparenza, così nemico di quello! Veri successori dei settori rivoluzionari delle classi dirigenti di altri tempi, analoghi settori delle classi dirigenti di oggi svolgono una parte molto attiva in questo senso».
Ma se, continua, «purtroppo, la funzione del clero di sinistra si è rivelata molto chiara in Brasile e nel mondo», «meno chiara è, per molti, la missione di sinistra del capitale».
Infatti, «il capitalismo, che è giunto al suo apogeo nel secolo XIX e che continua a guidare il mondo nel secolo XX – non parlo soltanto dell’Occidente, ma dei diversi regimi comunistici che sarebbero già precipitati nella miseria completa, se non fosse per i sostegni torrenziali che un certo capitalismo occidentale manda a essi -, consapevolmente o meno, ha svolto a favore della comunistizzazione graduale del mondo una duplice funzione: a. imitando le aristocrazie sopravviventi, si è venuto sostituendo a esse e, sostituendole, ha impresso alla società un carattere sempre meno elitistico, più livellatore e più orientato alla futura proletarizzazione; b. in questo modo, ha reso inconsistenti e fragili le monarchie e ha preparato il terreno per l’avvento, a passo cadenzato, delle repubbliche nel mondo intero, al punto che le poche monarchie che restano sono ridotte alla più evanescente espressione di sé stesse.
«Proclamate in nome di una filosofia ugualitaria radicale e assurda – questo è il grande male -, tali repubbliche hanno scatenato brame rivoluzionarie nel mondo intero.
«Tutto questo non si sarebbe fatto, e non si potrebbe fare senza la collaborazione di importanti settori della società attuale, particolarmente del capitalismo di sinistra. E, mi si perdoni la ovvietà della affermazione, del corrispondente capitale.
«Digressioni astratte di un reazionario che si pone sul terreno della dottrina più autentica in materia di reazione, quale, grazie a Dio, sono? No: uno dei maggiori elaboratori della dottrina comunistica, Friedrich Engels, afferma la stessa cosa, ed esprime a questo proposito tutta la sua gratitudine e la sua ammirazione nei confronti del capitale.
«Engels, in un passo in cui il suo sguardo abbraccia la funzione rivoluzionaria mondiale del capitalismo, ha scritto: “Così, dunque, proseguite con coraggio la vostra lotta, eccellentissimi signori del capitale! In questo momento ne sentiamo il bisogno; in alcuni luoghi abbiamo bisogno anche della vostra dominazione. Dovete togliere dal nostro cammino i resti del Medioevo e della monarchia assoluta. Dovete eliminare i residui dell’epoca patriarcale, portare a termine la centralizzazione e trasformare le classi più o meno senza possessi in autentici proletari, in nostre reclute. Con l’aiuto delle vostre fabbriche e delle vostre servitù commerciali, dovete creare per noi la base delle risorse materiali di cui abbisogna il proletariato per la sua emancipazione” (5)».
Dopo l’autorevole riferimento, che conferma il fatto, il pensatore brasiliano conclude – e io con lui – senza timore di smentita: «Potrebbe essere più chiaro ciò che il comunismo si aspettava dal capitalismo, e che oggi tocca ai capitalisti di sinistra portare a compimento, trasformandosi in sempre più devoti “compagni di strada” del comunismo?».
Giovanni Cantoni
Note:
(1) Cfr. PAOLO VI, Discorso al Pontificio Seminario Lombardo, del 7-12-1968, in Insegnamenti di Paolo VI, vol. VI, p. 1188.
(2) GIOVANNI PAOLO II, Discorso a giovani portoghesi, dell’8-9-1983, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. VI, 2, p. 416 e passim.
(3) Cfr. PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA, Autodemolidores, in Folha de São Paulo, 28-5-1984. Tutte le citazioni senza indicazione di fonte sono ricavate da questo articolo, che trae spunto dal futuro codice civile brasiliano.
(4) Cfr. IDEM, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3ª ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977; sull’autogestione, cfr. IDEM, Il socialismo autogestionario: rispetto al comunismo, una barriera o una testa di ponte?, in Cristianità, anno X, n. 82-83, febbraio-marzo 1982.
(5) Citato in YURI KOROLIOV, Carlos Marx y América Latina, in América Latina, rivista della Accademia delle Scienze dell’URSS, n. 10 (70), ottobre 1983, p. 10.