Una guerra silenziosa, nuovi fondamentalisti in Nigeria, continua la passione dei cattolici nicaraguensi
di Luca Bucca
– A fine ottobre è stato pubblicato dall’Osservatorio Permanente sull’Aborto il Terzo Rapporto sui costi dell’aborto in Italia, aggiornato al 2022. Riportiamo qui solo alcuni dati. Quasi sei milioni gli aborti praticati dal 1978, 64.703 nel solo 2022, il 13% di tutte le gravidanze. Si tratta di numeri pari a quelli di una guerra. Per fare un confronto, si pensi che la stima dei morti nei primi due anni e mezzo di guerra in Ucraina è di circa 80.000 tra gli ucraini e 200.000 tra i russi. Il 4 ottobre scorso, qualche giorno dopo le parole pronunciate sul volo di ritorno dalla visita apostolica in Lussemburgo e Belgio da Papa Francesco, che definiva i medici che praticano l’aborto «sicari», Teresa Bellanova, già deputato, senatore e ministro di Italia Viva nelle passate legislature, scriveva queste parole: «C’è in Italia una vera e propria guerra silenziosa contro il diritto all’aborto, che va respinta senza troppi distinguo. Come vanno respinte le parole di chi insulta i medici che praticano l’interruzione di gravidanza». Sì, è vero, c’è una guerra in Italia, come anche altrove, ma essa è contro i bambini nel grembo materno. Una guerra che stiamo perdendo, tutti.
– C’è il concreto rischio che si aggravi ulteriormente, in Nigeria, la già difficile situazione dei cristiani. Ai gruppi fondamentalisti islamici, già operanti sul territorio, successivamente al colpo di stato in Niger, che ha posto fine ai pattugliamenti congiunti del confine tra i due Paesi africani, si è aggiunto a nord-ovest un nuovo gruppo armato, denominato Lakurawas, già attivo oltre che nell’area nigerina anche nel Sahel e in Mali. L’esercito nigeriano non è ancora in condizione di valutare chiaramente la forza effettiva della milizia e gli obiettivi del gruppo, ma certamente non si tratta di una buona notizia.
– In Nicaragua il regime di Daniel Ortega e della moglie e vicepresidente Rosario Murillo continua la sua azione repressiva contro i cattolici. L’ultima restrizione, introdotta pochi giorni fa, inibisce l’accesso ai sacerdoti negli ospedali per amministrare l’Unzione degli infermi e portare la comunione agli ammalati. Si tratta solo dell’ultimo atto, e temiamo non l’ultimo, di una ormai lunga e fin troppo indisturbata passione alla quale è sottoposta la Chiesa cattolica nicaraguense.
Mercoledì, 13 novembre 2024