di Marco Invernizzi
Per la maggior parte delle persone che si incontrano quotidianamente la Quaresima è un tempo come un altro, non significa nulla, se non forse essere meramente il “dopo-Carnevale”. Il lungo processo di erosione della cultura cristiana è penetrato a fondo nel popolo italiano, stravolgendo le festività più importanti, ma soprattutto cancellando dalla memoria comune i grandi tempi liturgici.
Che cos’è la Quaresima? Spesso gli stessi cattolici la percepiscono come un debito da pagare, un tempo di penitenza e di sofferenza che si spera passi il più in fretta possibile. C’è un aspetto di verità, in questo, perché i 40 giorni che precedono la Resurrezione sono il tempo della Passione del Signore, della Sua morte in croce che precede la vittoria definitiva. Se quindi è giusto il richiamo alla sofferenza e alla penitenza, bisogna ricordare che questo aspetto non è fine a sé stesso, ma prepara alla gioia della Pasqua.
È questo che si dovrebbe riuscire a comunicare alle persone che vivono intorno a noi, ignare di quale sia il significato del Mercoledì delle Ceneri o della, più breve, Quaresima ambrosiana. Dovremmo infatti trasmettere, a partire dalla testimonianza della nostra vita, che questo è il tempo dell’attesa di qualcosa di grande e di impensabile, del mistero che ha cambiato la storia.
Come fare tutto questo? È il problema della nostra epoca, è il tema della «nuova evangelizzazione» e della nascita di una nuova civiltà. Quest’ultima infatti nasce certamente e anzitutto dalla conversione delle persone, ma anche dalla capacità dei cattolici di rendere visibile la propria fede, mostrandone i momenti più significativi.
Come fare? Ognuno ascolti il proprio cuore, segua le proprie ispirazioni e provi. Soprattutto in questo momento difficile, nel quale molta gente appare preoccupata, anche eccessivamente, per il diffondersi del coronavirus, il compito dei cattolici è quello di riportare ogni cosa alla sua verità essenziale, richiamando la realtà per cui esiste un Signore che accompagna e guida la storia al quale dobbiamo abbandonarci con fiducia, pur facendo tutto con prudenza. Un Signore che ha fatto a ciascuno di noi il dono più grande che si possa offrire a un amico: il sacrificio della propria vita.
Una nuova civiltà nasce quando qualcuno comincia a desiderarla e a muovere i primi piccoli passi nella sua direzione, con consapevolezza e con fiducia, e soprattutto con quella pazienza storica che permette di superare indenni le difficoltà e gli insuccessi della storia umana.
Mercoledì, 26 febbraio 2020