Da Avvenire del 27/02/2024
In circa un terzo del territorio non viene riconosciuta l’autorità del governo centrale I gruppi armati hanno ucciso migliaia di persone e ne hanno costrette allo sfollamento più di 2 milioni. Il numero delle vittime della violenza è triplicato negli ultimi 18 mesi
In Burkina Faso sono state colpite una moschea e una chiesa cattolica a distanza di poche ore, anche se al momento non ci sono state rivendicazioni politiche su questi due attacchi.
La notizia dell’attentato alla comunità cattolica del villaggio di Essakane, nella regione del Sahel, è stata confermata dalla diocesi di Dori. Al contempo, nel Sud Est del Paese africano, anche una moschea nella città di Natiaboani è stata attaccata e decine di persone sono state uccise mentre erano impegnate nella prima preghiera del giorno.
Si parla di almeno 15 fedeli uccisi, durante la celebrazione della Messa domenicale a Essakane: fra le vittime ci sono 12 persone che sono state uccise al momento dell’attacco dagli uomini armati che si sono introdotti nella chiesa cattolica, mentre altre 3 persone sono morte in seguito alle ferite riportate. Si riferisce anche di altri due feriti. La violenza nel villaggio di Essakane è stata definita un «attacco terroristico » dall’abate Jean-Pierre Sawadogo, vicario generale della diocesi cattolica di Dori. Tuttavia la matrice religiosa è da escludere: al centro vi è il controllo del territorio e delle risorse da parte dei gruppi terroristi jihadisti che seminano odio e distruzione, da anni, in tutta la regione del Sahel. Circa un terzo dei territori del Burkina Faso sono fuori dal controllo del governo: i gruppi armati hanno ucciso migliaia di persone e costretto allo sfollamento più di 2 milioni di persone, minacciando ulteriormente la stabilità del Paese africano che ha subito due colpi di stato solo nel 2022. Nonostante gli sforzi dei governanti per ripristinare la pace dopo il primo golpe, il numero di persone uccise dai gruppi armati jihadisti è quasi triplicato nell’ultimo anno e mezzo, secondo i dati più recenti raccolti dell’African Center for strategic studies.
Inoltre, la sicurezza del Paese è condizionata ed è peggiorata, anche a causa dei confini porosi con il Mali e il Niger, entrambi gestiti da governi che lottano anch’essi con i gruppi terroristici per mantenere la sicurezza interna.
Non è solo la comunità cattolica a essere stata ferita. A distanza di poche ore è stata attaccata una moschea a Natiaboani, nella provincia di Gourma, frequentata da fedeli musulmani. Secondo quanto ricostruito da France-Presse, «i terroristi sono entrati in città nelle prime ore del mattino. Hanno circondato la moschea e sparato sui fedeli che si trovavano lì per la prima preghiera del giorno, molti dei quali sono stati uccisi, tra cui un importante leader religioso».
Nel Paese, ha commentato il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin «sembrava che l’esercito stesse lavorando per riportare il controllo dello Stato ma purtroppo non è così: continuano questi episodi che sono veramente deplorevoli». La notizia degli attacchi ad Essakane e a Natiaboani «suscita costernazione e tristezza profonde – ha commentato il capo dello Stato, Sergio Mattarella –. Ancora una volta gesti di brutale violenza terrorista hanno colpito inermi fedeli pacificamente riuniti in un luogo di culto, segnando profondamente la vita di quelle comunità. L’Italia esprime sincero cordoglio alle famiglie delle vittime e ribadisce la condanna più ferma di ogni manifestazione di fanatismo religioso e di terrorismo».
«In queste dolorose circostanze», il vescovo della diocesi di Dori Laurent B. Dabire, ferita nell’attacco di Essakane, ha lanciato un appello alla preghiera: «Vi invitiamo a pregare per il riposo eterno di quanti sono morti nella fede, per la guarigione dei feriti e per la consolazione dei cuori addolorati». «Preghiamo anche per la conversione di coloro che continuano a seminare morte e desolazione nel nostro Paese – ha concluso nel suo messaggio monsignor Laurent Bifuré Dabire –. Che i nostri sforzi di penitenza e di preghiera durante questo periodo di Quaresima portino pace e sicurezza al nostro Paese, il Burkina Faso».