Storia e diffusione del messaggero della Madonna di Castelmonte.
di Francesca Morselli
La devozione mariana non ha confini, arriva ovunque e soprattutto utilizza ogni mezzo. Tra i più diffusi e impiegati sono i “bollettini”, pubblicazioni periodiche che trattano di diversi argomenti mariani ed hanno il compito di guidare e proteggere i fedeli in ogni luogo, anche il più lontano.
Il bollettino della “Madonna di Castelmonte“ ha proprio queste finalità e funge da “messaggero” della Madonna da un santuario sperduto nel Friuli e rassicura che, anche da lontano, la Vergine Benedetta di Castelmonte non si dimentica dei suoi fedeli.
Il bollettino è la pubblicazione ufficiale della Confraternita Universale “Madonna di Castelmonte” ed è curata dai Frati Minori Cappuccini del Santuario situato in provincia di Udine. La devozione alla Madonna di Castelmonte corre attraverso questa pubblicazione dal 1914 quando Padre Luigi da Colfosco (al secolo Giuseppe D’Agostini), un frate cappuccino fondatore del periodico, lo istituì con l’obiettivo di mantenere vivo il legame spirituale tra il santuario e i pellegrini devoti sparsi sul territorio.
Del numero saggio (novembre 1914) furono stampate e distribuite gratuitamente circa mille copie, che fruttarono 500 adesioni, in gran parte di parroci del Friuli. Alla fine del primo anno, gli abbonati erano già 2.000, poi crebbe rapidamente: nel 2009, il Bollettino era inviato in oltre 40 mila copie mensili agli associati alla «Confraternita Universale Madonna di Castelmonte» in Italia e nel mondo.
Il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte sorge su un’altura a più di 600 mt di altitudine sulla pianura friulana e sulle Valli del Natisone. La sua storia si intreccia profondamente con la spiritualità e gli eventi storici del territorio, fungendo da presidio sicuro di fede sin dai tempi antichi. Ha rappresentato un punto di riferimento incrollabile per i devoti, una rocca circoscritta che ha sempre manifestato segni tangibili della protezione di Maria.
La sua posizione strategica, a guardia dei confini orientali tra Italia, Austria e Slovenia (le messe sono celebrate in tutte e tre le lingue), ha reso il santuario un simbolo di resilienza per l’intero Friuli e un luogo di incontro tra fedeli di diverse provenienze in ogni periodo storico.
Già in epoca longobarda (VI-IX secolo), il luogo era meta di pellegrinaggi ferventi, la presenza di una statua lignea di San Michele Arcangelo, ancora oggi visitabile nella cripta, testimonia l’antica venerazione e il legame con i Longobardi, che lo avevano scelto come loro patrono speciale.
Le prime notizie certe di una chiesa dedicata alla Beata Vergine risalgono al 1197, e all’inizio del Duecento il santuario divenne sede di un priorato benedettino.
Il santuario odierno, con la sua architettura che racconta secoli di storia, miracoli e leggende, offre ai visitatori non solo panorami mozzafiato, ma un’esperienza di raccoglimento che trascende il tempo e la geografia. È un luogo dove la storia non è solo passata, ma si manifesta vivida e presente nella fede e nella devozione di chi vi sale (anche a piedi attraverso un sentiero costeggiato da una bella Via Crucis).
Il cuore spirituale del luogo è l’immagine della Madonna Nera con Bambino, una statua del 1470 che è oggetto di profonda venerazione. I pellegrini vi accorrono per cercare conforto, pace e per pregare per le grazie ricevute, come testimoniato dalle innumerevoli visite e dalle espressioni di fede.
L’atto di affidamento alla Madonna di Castelmonte, invocata come “Madone di Mont”, continua a essere recitato dai fedeli, unendo generazioni in una preghiera comune per la salvezza e la guida spirituale. In questi tempi difficili affidiamoci a lei per cercare la vera Luce e uniamoci alla supplica dei tanti fedeli sparsi ovunque:
“Santa Maria, Madre di Dio, Madone di Mont, la nostra salvezza è nelle tue mani! Fa’ che non abbandoniamo mai il Vangelo di Gesù, via, verità e vita: in lui ciò che è distrutto si ricostruisce, e ciò che è invecchiato si rinnova“.
Sabato, 13 novembre 2025

